Guardiamo agli Idea Stores
Alti orizzonti Lo storico della filosofia Alessandro Pagnini anticipa i progetti della Fondazione Francis Bacon: «Formazione e ricreazione, modello Londra per Firenze. Ci sono spazi privati pronti a cambiare»
Far sorgere a Firenze, nutrendoli di cultura italiana, gli Idea Stores londinesi, progettati da Sergio Dogliani, una catena di centri educativi comunitari nel quartiere londinese di Tower Hamlets che offrono servizi di biblioteca insieme a corsi di formazione per adulti e ampi programmi di attività ed eventi. Ogni Idea Store comprende la caffetteria, una galleria d’arte, spazi per concerti e performance teatrali, incontri con autori, accessibili e aperti a tutti. Questo uno degli obiettivi concreti della Fondazione Francis Bacon. Centro di storia e filosofia della scienza e dell’educazione, che sarà presentata a Pistoia il 3 giugno, presieduta da Alessandro Pagnini, storico della filosofia che ha dedicato studi importanti alla filosofia della medicina, all’epistemologia, alla psicoanalisi, da poco omaggiato con il libro La conoscenza e la cura, curato da Patrizia Pedrini e Matteo Borri. «Sto trovando spazi privati (uno è il Garden View sui lungarni), un altro è il Red Garter — mi confida Pagnini — disposti a convertirsi in spazi che alternano ricreazione e cultura».
Nell’amarcord culturale toscano il Centro fiorentino di storia e filosofia della scienza ha lasciato tracce importanti. Le sue attività, realizzate con il sostegno di politici illuminati (Franco Camarlinghi, Luigi Tassinari, Franzi Gravina), lo hanno reso famoso nel mondo, punto di riferimento per circa ottocento studiosi, tra i quali i premi Nobel Daniele Bovet,
Gerald Edelman, John Harsanyi, Rita Levi-Montalcini, Ilya Prigogine e Thomas Schelling. Tra i filosofi presenti all’Atto costitutivo del Centro nel 1979 c’erano Ettore Casari, Maria Luisa Dalla Chiara e Paolo Rossi e tra i primi soci figurava Cesare Luporini. Massimo Piattelli Palmarini, fisico e scienziato cognitivo, attualmente professore di scienze cognitive e linguistica all’Università dell’Arizona, ne è stato direttore fino al 1985, quando gli è subentrato Alessandro Pagnini, allievo di Paolo Rossi.
Chi ha vissuto quegli anni di straordinario fermento culturale e filosofico ricorderà il convegno internazionale Livelli di realtà (1978), il primo di una lunga serie, integrata da workshop internazionali, corsi, cicli di conferenze, celebrazioni e conclusa con Rappresentazioni. Filosofia, arte e scienza (1999). Oggi, la Fondazione Francis Bacon fa tesoro di questa illustre tradizione per aprirsi però a una storia nuova e diversa. Promossa e diretta da una community di studiosi e di operatori impegnati nel management culturale presieduta da Pagnini, la Fondazione, che non nasconde nel suo nume tutelare l’eredità di Paolo Rossi e la prospettiva neo-illuminista e storicista, attiva a Firenze negli ultimi decenni del secolo scorso, si vuole aperta alla cittadinanza, alla scuola, all’università, al mondo delle imprese e del lavoro, per promuovere alta cultura ed educazione a tutti i livelli, nella prospettiva del long life learning e dell’offerta di servizi esperti di organizzazione della ricerca e della formazione.
Pagnini sottolinea l’importanza di valorizzare le tecniche della community education e della social education, richiamando l’idea che «l’educazione estetica è alla base dell’educazione», come sosteneva il filosofo e poeta tedesco Friedrich von Schiller, e che bisogna «educare i corpi più che le menti, educare a stare nei luoghi, a vivere un’atmosfera, un ambiente». «Non bastano le quattro mura della scuola», aggiunge perché è l’educazione che «ci dice che cosa noi dobbiamo trarre dalla nostra storia culturale e dal modo in cui abbiamo deciso qual è la tradizione che ci individua». Tra le iniziative con le quali la Fondazione concretizzerà il suo impegno vi sono attività culturali di interesse sociale con finalità educativa e di formazione post- ed extrauniversitaria; l’educazione permanente dei cittadini e la formazione dei quadri manageriali delle imprese e dell’amministrazione pubblica; attività editoriali e l’allestimento di una piattaforma digitale finalizzata alla archiviazione e all’open access delle ricerche della Fondazione; la progettazione e la gestione della ricerca, della divulgazione e della promozione della cultura umanistica e filosofico-scientifica all’insegna della multidisciplinarità e del confronto con i modelli educativi adottati in altri Paesi, con una particolare attenzione alle Università statunitensi e alla cultura pedagogica e scientifica anglo-americana. E tanto altro ancora, come la ripresa e l’incentivazione della cultura del libro e della lettura, di cui la Toscana ha avuto a lungo un primato in Europa e che dovrebbe tornare a essere una delle prerogative principali per un’economia civica e per un turismo di qualità. E ancora la cura di biblioteche private e la ricerca di spazi pubblici e privati da destinare a incontri, mostre, eventi, con un’attenzione particolare agli spazi e agli ambienti, come avviene negli Idea Stores.
Un programma vasto e di rilievo internazionale, una sfida il cui peso culturale e politico Pagnini non si nasconde, convinto che vi sia «una sola cultura, espressa in diversi stili di ragionamento e di pensiero» e sulla scia dello storico oxoniense della scienza Alistair Crombie, che intervenne magistralmente al convegno fiorentino sui Livelli di realtà, e di Ian Hacking, è altresì convinto che gli stili di pensiero sono anche stili di azione. La comunicazione della scienza richiede oggi nuovi stili e nuove azioni, con l’ambizione di scrivere una fulgida pagina nella storia della cultura umanistica e scientifica nel dopoguerra a Firenze.
Obiettivi
Apertura a tutta la cittadinanza e promozione dell’alta cultura