Corriere Fiorentino

Scontro sul plasma come cura caritatevo­le

Paziente guarito a Portoferra­io. Il primario: «Mai più». Approfondi­menti dell’Asl

- Giulio Gori

PORTOFERRA­IO (LIVORNO) Il plasma iperimmune contro il Covid, torna la pietra dello scandalo. Il motivo è la decisione di un medico di usarlo per curare (con efficacia) un paziente, provocando le recriminaz­ioni dei colleghi e un accertamen­to dell’Asl Nord Ovest.

La cura si basa sul principio di prelevare sangue dai guariti dal Covid per infonderlo nei malati, fornendo loro gli anticorpi: un strada che due anni fa sembrava promettent­e (e su cui tanto rumore sollevò lo pneumologo Giuseppe De Donno), ma i cui effetti risultaron­o modesti dopo un’enorme sperimenta­zione diretta dall’ospedale universita­rio di Pisa. Ma ora nuove pubblicazi­oni internazio­nali sembrano indicare qualche efficacia sui pazienti immunodepr­essi.

Così, Giovanni Belcari, medico del pronto soccorso di Portoferra­io, quando si è trovato di fronte al caso di Franco, un 60enne elbano malato di leucemia e positivo al Covid da dicembre, che non riusciva a negativizz­arsi e le cui condizioni erano ormai gravi, ha chiesto e ottenuto l’autorizzaz­ione al comitato etico dell’Area Vasta Nord Ovest per infondergl­i il plasma come cura caritatevo­le. «Era abbandonas­critta to dal sistema sanitario — dice Belcari — ero in dovere di aiutarlo». Tre infusioni e Franco è stato subito meglio: «Prima non respiravo — spiega il paziente — dopo una settimana ero di nuovo sopra il trattore».

La decisione di Belcari ha creato molti mugugni. E Spartaco Sani, primario di malattie infettive a Livorno, ha inviato una dura email ai colleghi, perché «la cosa non si ripeta». Sani ora non commenta, mentre Belcari denuncia «pressioni fortissime. Ma vado avanti per il bene dei pazienti immunodepr­essi, su di loro il vaccino ha poca efficacia». Chi ha ragione? Il professor Francesco Menichetti, già primario di Malattie Infettive a Pisa e coordinato­re della ricerca che bocciò la cura del plasma, oggi dice: «Il plasma iperimmune si è dimostrato inefficace sulla popolazion­e generale, ma nuovi studi più settoriali sembrano indicare una parziale efficacia sulle persone immunocomp­romesse, in particolar­e se affette da malattie oncoematol­ogiche. Visto che si tratta di una cura che è ben tollerata dai pazienti, un suo uso compassion­evole non è da censurare». L’Asl Nord Ovest ha avviato un approfondi­mento sia scientific­o, perché la letteratur­a non è concorde, sia per capire se del plasma si possa fare un uso compassion­evole. Anche se in Toscana, nel 2020, era già stato fatto.

❞ Menichetti

Sulla popolazion­e generale si è dimostrato inefficace, mentre sui pazienti immunodepr­essi sembra esserci efficacia

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