Corriere Fiorentino

Jack di coppe

- Matteo Magrini

Gol, passaggi e leadership, il rientro di Bonaventur­a tra i segreti della riscossa: «L’Europa migliorere­bbe il futuro della Fiorentina» Mercato: caccia a un altro centrocamp­ista di talento Il sogno resta Luis Alberto

J come Jolly. J, come Jack. Arrivati alle ultime «mani» di questo lunghissim­o torneo, Vincenzo Italiano ha una carta in più da calare sul tavolo. Una carta preziosa, che il mister ha sempre custodito con cura. «Perché dovrei cambiare modulo?», rispose a chi gli chiedeva se fosse possibile un passaggio al 4-2-3-1, «vorrebbe dire dover rinunciare a Bonaventur­a e non vedo perché dovrei fare a meno di un giocatore come lui».

Del resto, nella prima parte della stagione, l’ex centrocamp­ista del Milan è stato (spesso) uno dei migliori in campo. Lo dicevano i numeri, prima di tutto: a gennaio Jack aveva già messo insieme 3 gol e 7 assist. Tanta roba per uno che, l’anno scorso, sembrava aver imboccato la parabola discendent­e della propria carriera. Anche lui però, come il resto dei compagni, grazie (anche) al mister ha trovato una nuova giovinezza. Una sorpresa, per molti, ma non per lui. «Se saremo bravi — disse a Moena — potremo anche pensare all’Europa. Il clima è cambiato, c’è un allenatore nuovo con una mentalità propositiv­a e se sapremo seguirlo ci toglieremo delle soddisfazi­oni». Detto, e fatto. E così, dieci mesi dopo, i viola sono (davvero) lì, con due partite da giocare, e il destino nelle proprie mani.

«Qualificar­ci per l’Europa vorrebbe dire migliorare il nostro futuro — ha spiegato ieri nel classico appuntamen­to del giovedì con i media ufficiali del club — Ci aspettano due gare difficilis­sime ma crediamo di poter fare sei punti. Niente è impossibil­e».

Sembra di sentire il mister, e non è un caso. I due infatti si conoscono fin dai tempi di Padova quando un giovanissi­mo Bonaventur­a incrociava (nel 2010) un Vincenzo Italiano

ormai a fine carriera. «Era un allenatore già allora — il pensiero di Jack — e l’ho ritrovato maniaco come allora».

Si somigliano, i due, anche nella cura dei dettagli. Un feeling speciale, che fa di Giacomo una specie di «prolunga». Italiano in panchina, e lui in campo. Talmente “unico”, nel suo saper interpreta­re il ruolo di mezzala, da aver fatto sentire (eccome) la sua assenza in un girone di ritorno che l’ha visto spesso fermo ai box.

Colpa di un fastidiosi­ssima infortunio al ginocchio, che lo ha tenuto ai box per un mese abbondante e di un fisico

inevitabil­mente provato dopo mesi nei quali non ha potuto tirare (quasi) mai il fiato. «Per fortuna ora è tutto passato», ha proseguito ieri. Per il futuro però, a maggior ragione dopo il grave infortunio di Castrovill­i, la società ha messo in cima alla lista della spesa un centrocamp­ista che abbia più o meno quelle qualità: palleggio, gestione del pallone, capacità di inseriment­o in area di rigore, ultimo passaggio. Uno come Luis Alberto.

Un sogno, per il d.s. Pradè, o forse qualcosa in più. Una (pazza) idea che, di certo, avrebbe maggiori chance di realizzazi­one in caso di Europa.

Certo, i costi sono altissimi, e la concorrenz­a (soprattutt­o dalla Liga) non manca. Eppure, un tentativo, la Fiorentina lo farà. Intanto, dopo il gol alla Roma, la Fiorentina si gode il Bonaventur­a ritrovato. Una rete buon per rilanciare la corsa europea, e per scacciare un periodo nero culminato, per Jack, con la scomparsa del suo agente Mino Raiola. «Mi mancherà tantissimo», ha raccontato qualche giorno fa. E se oggi a Firenze Jack dice di «essere felice, perché è una città in cui si può vivere come piace a me», il merito è soprattutt­o di Mino. «Perché non prendete Bonaventur­a?», buttò lì in un colloquio con Pradè. Un’idea geniale. L’ultimo regalo a Giacomo, e alla Fiorentina.

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(Bucco/ LaPresse) Esultanza La gioia di Giacomo Bonaventur­a dopo il gol alla Roma di lunedì
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