Le stelle della danza nel Gala per Nureyev
L’omaggio domenica al Verdi. In scena anche il fuoriclasse Daniil Simkin
In una Firenze che (salvo sporadiche eccezioni) è diventata una landa desolata per ciò che riguarda la proposta del teatro di danza e che da anni è tagliata fuori dalla programmazione delle maggiori compagnie e artisti della scena internazionale, il Gala Omaggio a Nureyev, domenica al Teatro Verdi, appare come un grazioso miraggio, in cui spicca la presenza, tra gli altri, di un fuoriclasse assoluto, Daniil Simkin. La serata ricorda nel titolo una delle figure più rivoluzionarie dello spettacolo del Novecento, personalità larger than life la cui celebre fuga in Occidente (negli anni duri della Guerra Fredda) è stata rappresentata anche recentemente dal film di Ralph Fiennes The White Crow.
È anche bello ricordare che Nureyev con Firenze, ebbe un legame artistico forte, danzando spesso al Maggio Fiorentino, specie dagli anni 80. Anzi, fu proprio grazie a due «fiorentini», il grande sovrintendente del Maggio Massimo Bogianckino e l’indimenticabile maitre Eugenio Polyakov, che Nureyev arrivò a dirigere il Balletto dell’Opéra di Parigi (invitato da Bogianckino diventato capo della Maison) e soprattutto a renderlo la migliore compagnia del mondo — sostenuto nelle sue scelte proprio da Genia, che lo seguì lasciando, ahinoi, Maggio-Danza.
Daniil Simkin, superstar del tributo, è però molto diverso dal «tartaro volante»: non ha quel fuoco negli occhi che fiammeggiava quando Rudy era in scena, né la foga energica della sua danza. Daniil è solare, aereo, a tratti quasi un elfo giocondo: forgiato anche lui come Nureyev alla scuola russa sovietica (i suoi erano solisti al Bolshoi, per poi trasferirsi in Germania) ha una tecnica classica sopraffina, il controllo fisico assoluto, può fare in scena ciò che vuole, sciorinando i passi più ardui con nonchalance e subito dopo trasformare il suo corpo in un’opera statuaria. A Firenze Simkin (attuale stella del Berlin Ballett e dell’American Ballet Theatre, oltre che ottimo imprenditore digitale) è accompagnato da alcune delle più importanti ballerine classiche di oggi, come la brillante Anna Sophia Maria Scheller già al New York City Ballett e la luminosa Maia Makhateli, stella del Balletto nazionale olandese da cui proviene anche il principal sudcoreano Young Gyu Choi. Dall’Ucraina, che ha una delle maggiori scuole di balletto del mondo, arrivano infine i primi ballerini Natalia Matsak, Sergiy Kryvokon e Viktor Ishchuk. In programma, come si deve, passi a due della grande tradizione: non può mancare quello del Don Chisciotte, cavallo di battaglia di Daniil che secondo estro arricchisce sempre la già acrobatica coreografia di voli e salti mai visti prima, ma sempre con la nobile classe delle grandi etoiles.