«Lo sciame non si fermerà Tranquillizzare? Non si può»
Saccorotti (Ingv): presto sapremo con precisione cosa c’è sotto quell’area
«Lo sciame sismico non è un episodio da prendere in modo tranquillizzante. Anche se nella maggior parte dei casi italiani lo sciame sismico non è stato seguito da una scossa importante, ci sono casi come quello de L’Aquila, nel 2009, in cui allo sciame è seguita poi una scossa più forte».
Sono le parole del geofisico Gilberto Saccorotti, ricercatore fiorentino dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), che poi precisa: «Ogni terremoto va calato nel contesto di un Paese sismico come l’Italia. In questi giorni nel Chianti fiorentino si sono registrati quattro terremoti di magnitudo intorno ai 3.5, è giusto porre tutta questa attenzione su questi eventi ma è importante sottolineare che terremoti di questo genere nell’ultimo mese se ne sono verificati quindici in tutta Italia, dalla Sicilia all’Emila Romagna fino alle Alpi».
Saccorotti abita a Firenze e anche lui ha avvertito la scossa di giovedì sera: «Se l’ho sentita? Eccome, posso dire di aver avuto paura, penso sia normale e ragionevole, la prima cosa che ho fatto il giorno dopo è stata controllare le parti più fragili della mia abitazione». Aldilà dell’aspetto emotivo e personale, il geofisico dice che, dopo l’ultima scossa, si potrà capire meglio cosa c’è nel terreno sottostante all’epicentro, nel cuore dei vigneti del Chianti fiorentino.
«Abbiamo installato nella zona attorno all’epicentro tre sismografi che, dopo un’accurata rilevazione e un accurato studio, nei prossimi giorni saranno in grado di dirci la tipologia e l’aspetto delle faglie sottostanti».
Quel che adesso è certo, aggiunge il geofisico, «è che nei prossimi giorni ci saranno, come già accaduto, altre piccole scosse di assestamento che seguiranno la scossa più grande di giovedì sera».
Difficile fare ipotesi di più ampio respiro, anche se «i terremoti sono sempre imprevedibili e con i terremoti non si può mai stare tranquilli». Certo, tenta di rassicurare Saccorotti, «la pericolosità sismica del Chianti non è certo tra le più alte d’Italia, anzi direi che la pericolosità è medio-bassa perché c’è una frequenza di terremoti minore e di magnitudo più bassa». E ancora: «L’ultimo evento sismico in quest’area risale al 2014 ed è stata una sequenza che si è esaurita rapidamente».
E sulla questione è intervenuto anche Riccardo Martelli, presidente dell’Ordine dei Geologi della Toscana: «Rassicurare la cittadinanza non è compito facile per amministratori e tecnici poiché l’incognita principale, vale a dire quale potrà essere l’evoluzione di questa sequenza, è lungi dall’essere risolta. Ci affidiamo ai dati oggi in nostro possesso, che ci dicono che in questa zona possono verificarsi fenomeni come quello che ha movimentato la serata di giovedì e il pomeriggio di qualche giorno fa. Fenomeni che per fortuna non hanno provocato danni, ma che in passato, con magnitudo maggiori, sono stati causa di crolli e perdite di vite umane nella zona di Grassina e Lappeggi». All’Ingv infine, a ieri pomeriggio risultavano oltre 200 le scosse registrate in questi dieci giorni nella zona tra Impruneta e San Casciano.
❞ Il Chianti è a un grado di pericolosità medio bassa, ma certezze proprio non ce ne sono