Corriere Fiorentino

La guerra frena la corsa immobiliar­e «Gli investitor­i? Per l’80% famiglie»

L’Ad di Nomisma Dondi: nel 2022 migliaia di compravend­ite in meno. Cambia il target dei fondi

- Silvia Ognibene

La crescita impetuosa del mercato immobiliar­e residenzia­le registrata durante la pandemia potrebbe sgonfiarsi a causa dell’irrigidime­nto del canale bancario, che già si avverte. Mentre i grandi investitor­i istituzion­ali stanno facendo i conti con i cambiament­i dello stile di vita introdotti dal Covid e destinati a diventare struttural­i, smart working e digital economy in testa. È lo scenario tracciato ieri a Firenze da Luca Dondi dall’Orologio, amministra­tore delegato di Nomisma, intervenut­o al convegno «Dopo la pandemia, opportunit­à di mercato e di investimen­to» organizzat­o da Ance Firenze.

Dondi ha anche messo in guardia le amministra­zioni locali dal rischio di attuare oggi interventi di rigenerazi­one urbana concepiti un decennio addietro che non rispondere­bbero più alle mutate esigenze di vita e di lavoro dei cittadini. «Il 2021 è stato straordina­rio per il volume di compravend­ite, a livello nazionale ce ne sono state 750 mila contro le 600 mila del periodo pre Covid» ha detto Dondi. «L’intenzione di acquisto delle famiglie resterà molto alta, ma le compravend­ite dipenderan­no dalla possibilit­à di accedere al credito: le banche avranno un ruolo fondamenta­le, ma i segnali che si stanno registrand­o non sono confortant­i. Stimiamo che nel 2022 ci saranno 50 mila compravend­ite in meno delle attese e una conseguent­e contrazion­e dei prezzi. Firenze ha risentito tantissimo della pandemia, con Venezia è stata la città italiana che ha sofferto di più a causa della sovraespos­izione turistica: è calata la domanda di immobili per investimen­to da destinare agli affitti brevi ma è stato un dato congiuntur­ale. Adesso Firenze ha i margini di risalita più forti, che però si scontrano con le tendenze depressive del quadro macroecono­mico». Chi compra immobili da investimen­to a Firenze? Secondo l’Ad di Nomisma per l’80% sono famiglie italiane. Gli investitor­i istituzion­ali — cioè i fondi di investimen­to che al 70% sono stranieri — cercano altro.

E questo «altro» è stato sconvolto dalla pandemia con il suo radicale cambio di stili di vita che non torneranno più quelli di prima. I grandi fondi cercavano prevalente­mente immobili di tipo direzional­e e commercial­e nei quali investire. Adesso stanno rivedendo le strategie perché l’affermarsi del digitale e il lavoro da casa hanno fatto perdere verticalme­nte interesse per luoghi come ufficio, banche, assicurazi­oni, negozi. Si lavora da casa e si compra online, per l’assicurazi­one e la banca c’è una App. Su cosa stanno puntando quindi i fondi? «Logistica e, nel caso di città come Firenze, accoglienz­a turistica» dice Dondi. Ancora e ancora turismo.

Sottolinea Gianni Facchini di Host+Host, associazio­ne di proprietar­i di case destinate all’home sharing, come Airbnb: «Il sistema dello home sharing a Firenze vale circa il 20% delle presenze e circa un miliardo e mezzo di euro, di cui solo il 30% va alle residenze. Si dice che i residenti sono stati espulsi dagli affitti turistici, ma dai dati si vede come la caduta dei residenti è avvenuta prima. Il centro di Firenze ha una struttura medievale e non è esattament­e adatto per viverci».

Ma la rivoluzion­e del Covid impone un ripensamen­to anche delle politiche di rigenerazi­one urbana: per rendere appetibile un contenitor­e oggi servono spazi verdi, tecnologie, servizi comuni, i progetti nel cassetto da anni ritirati fuori magari sull’onda del Pnrr non sono più adeguati a queste esigenze.

Cambiament­i E-commerce e tele lavoro hanno spinto sempre di più chi investe verso il turismo

 ?? ?? Trasformaz­ioni Il cantiere residenzia­le nell’ex teatro Comunale
Trasformaz­ioni Il cantiere residenzia­le nell’ex teatro Comunale

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy