MEDAGLIE PRECARIE E IL VALORE DEL FUTURO
Due partite e poi sapremo se la Fiorentina avrà agguantato un posto europeo, ma ci sarebbe qualcosa di più importante? L’Europa è sempre un bel continente calcistico, non vogliamo sminuire l’importanza della partecipazione, ma nella maggior parte dei casi introdursi in una coppa finisce per diventare una medaglietta la cui durata è relativamente precaria. Anche se in questo momento ottenere una qualificazione europea sarebbe un titolo onorevole e darebbe luce alla stagione, quello che ci sembra più importante, se parliamo di ciò che sarà la Fiorentina, ci sembra proprio lui: il futuro, anzi il Futuro con l’onore della maiuscola. Ci sono alcuni punti fermi destinati a rimanere tali: la proprietà italo-americana, l’allenatore, il telaio della squadra. Rocco Commisso sembra sospeso tra l’America e Firenze, un po’ la e un po’ qua, ma non c’è dubbio che sia appassionato e che, assieme a Joe Barone e agli altri uomini della scuderia che ci perdoneranno questa definizione, rappresenta un punto fermo e prezioso. La Fiorentina aveva qualche problema logistico da risolvere: lo stadio e il centro sportivo. Dopo aver pensato a uno stadio nuovo, Commisso e Barone ci sembra che abbiano capito che sarebbe più facile adeguare il Franchi piuttosto che emigrare.
Il progetto per uno stadio nuovo sulle spalle di quello vecchio eppure monumentale, ci sembra che sia andato a buon fine. La casa della Fiorentina avrà lo stesso indirizzo, il viale Mafredo Fanti, ma sarà ricostruita secondo il progetto vincente tra quelli presentati. Sarà perché chi scrive questo articolo è stato ed è rimasto “uno del Campo di Marte”, sarà per un motivo affettivo, sarà per tutto quanto di personale ci può essere con lo stadio, ma la scelta di rinnovare senza spostare, senza cambiare indirizzo, ci sembra la migliore. Anche a Milano e a Roma hanno fatto così per quanto riguarda San Siro e l’Olimpico.
A questo punto rimarrebbe da risolvere la questione della squadra che, a ben osservare, non dovrebbe presentarsi come un problema perché il gioco c’è, la personalità non manca, l’allenatore non è vanitoso ma bravo, i giocatori attuali non sono discutibili. Però uno scatto in avanti sarebbe necessario, anzi indispensabile, e per questo scatto la formula sembrerebbe semplice: confermare chi lo merita e portare in casa qualche bravo, se possibile bravissimo, nuovo giocatore.
Sembra facile, ma lo è soltanto a parole. Non ci sono lati deboli da rinforzare: la difesa difende, il centrocampo organizza, l’attacco produce. Non ci sono giocatori che si impegnano poco. La base su cui lavorare è quanto meno discreta, a due giornate dalla fine la Fiorentina può ancora centrare un traguardo anche se le ultime partite (Sampdoria fuori e Juventus in casa) non hanno scritto in fronte una parola invitante.
Non sarà facile, perché nulla è facile nel calcio di serie A, Un esempio? Il Venezia, simpatica squadra già retrocessa, ha bloccato sul pareggio all’Olimpico la scalpitante Roma di Mourinho che ha evitato la sconfitta. Tutto, anzi quasi tutto, è possibile nel calcio.