Il borgo da sogno dipinto con i colori della campagna
A Ghizzano la trasformazione ad arte che piace a cittadini e turisti
Sono i toni del verde, del rosso e del marrone a colmare il cuore. Tutto intorno campi di campagna a circondare antropicamente Ghizzano, la frazione di Peccioli (Pisa) divenuta in un batter d’occhio una meta significativa del turismo toscano. Tutto grazie all’arte contemporanea. «A Pasquetta non si passava» sostiene orgogliosa la vicesindaca Anna Dainelli, che qui ci abita da sempre. «Ghizzano era un borgo come tanti — spiega — ma grazie a un progetto comunitario è stato completamente trasformato. Per prima cosa — dice — abbiamo ingaggiato tre artisti di fama mondiale, due scultori e un pittore, che hanno trasformato il paese in un’opera d’arte». A tal proposito la scenografia più instagrammabile, passate il termine, è quella dell’artista britannico David Tremlett: «Ha ridipinto le facciate delle case di via di Mezzo, la strada che taglia in due il paese, con i colori della campagna, l’idea è nata dall’osservazione delle morbide colline circostanti, il concetto è quello di rendere indistinguibili il passaggio dalla dimensione naturale a quella urbana». Colori e manufatti. Camminando si incontrano opere composte da materiali moderni, come acciaio, marmo e luci al neon. «La scultrice polacco-tedesca Alicja Kwade — prosegue — ha utilizzato una bellissima pietra proveniente dal Sud America, con venature azzurre che virano al blu, e l’ha trasformata in un’opera composta da un grande blocco e una sfera dalla superficie liscia: dislocate a distanza acquistano pieno significato se le si mettono in relazione». Poi ecco i manufatti di Patrick Tuttofuoco: «Prendono spunto dagli affreschi di Benozzo Gozzoli (l’artista si rifugiò da queste parti per sfuggire alla peste, ndr) rivisitando alcuni dettagli dei suoi dipinti, compresi angeli e personaggi religiosi come San Sebastiano, San Michele e San Giovanni». Ghizzano «così com’è» è un sogno cullato dal sindaco Renzo Macelloni, dagli artisti, e dalla stessa popolazione, e si inserisce nell’ambito di una strategia culturale iniziata negli anni 90 e ancora in corso. «Il progetto — precisa Anna — poteva non piacere a tutti. Invece i cittadini hanno risposto positivamente e oggi siamo felici di appartenere a questo posto, che in poco tempo è diventato una meta importante. Oltretutto aumenta il valore degli immobili e nascono nuove attività legate al turismo». Colori, arte. Ma non solo. Girando, si incontrano una grande tenuta nobiliare — con giardino all’italiana, siepi in forma topiaria e una collezione di statue di varie epoche — una biblioteca, che funziona da punto di ritrovo, e piccole chiese.
La vicesindaca «Era un paese come tanti altri, poi è cambiato grazie a un progetto comunitario con tre artisti di fama mondiale»