Il nuovo Franchi, la dote da 25 milioni Ma ora la Fiorentina è al bivio trasloco
Palazzo Vecchio chiede a Commisso di decidere entro settembre dove giocare durante il restyling
«Il nuovo Franchi porterà almeno 25 milioni di ricavi all’anno». A dirlo è il sindaco Nardella, che aspetta segnali dalla Fiorentina (anche ieri rimasta in silenzio) sulla vicenda Franchi e sull’area commerciale da costruire accanto al nuovo stadio. «Entro settembre», sono sempre parole del sindaco, Commisso però dovrà sciogliere uno dei nodi più importanti: continuare a far giocare la squadra al Franchi anche a capienza ridotta (di oltre il 50%), oppure portarla altrove fino alla fine dei lavori? Sullo sfondo l’ipotesi Empoli per le partite di serie A e Reggio Emilia per le coppe europee.
«Il nuovo Franchi porterà almeno 25 milioni di ricavi all’anno. E sottolineo almeno». La stima del sindaco Nardella, annunciata nel Salone de’ Dugento ieri mattina, in effetti sarebbe addirittura al ribasso: nelle carte di Palazzo Vecchio si parla di «33 milioni» di redditività annua, tra biglietteria, sky box, eventi a margine, aree commerciali, ristoranti e merchandising. Solo il cosiddetto «naming rights», ovvero lo sponsor che darà il nome all’impianto, varrebbe almeno 2 milioni a stagione. Per la Fiorentina insomma, il nuovo Franchi non diventerà mai il sognato stadio di proprietà, ma varrà comunque un cambio di marcia sotto il punto di vista del tanto chiac16.800 chierato fatturato, da anni rimasto intorno agli 80 milioni e quindi lontanissimo da quello dei club più importanti. Nonostante questo però, anche ieri la società viola è rimasta in silenzio sulla vicenda stadio, senza partecipare alla presentazione dello studio di fattibilità del Franchi e senza prendere posizione su una delle domande chiave del maxi progetto: durante i lavori i viola continueranno a giocare a Campo di Marte o andranno altrove?
«Alla società faremo avere tutte le carte, poi starà a loro decidere cosa fare», spiega ancora Nardella, che ha anche aggiunto un particolare non secondario: «La scelta andrà fatta entro settembre». Organizzare la cantierizzazione e il cronoprogramma dei lavori infatti richiede tempo e non si preannuncia cosa da poco. Commisso insomma (che dovrebbe tornare in Italia in estate), non dovrà solo sciogliere il dubbio intorno all’area commerciale (si parla di un investimento da circa 40 milioni), ma anche quello relativo all’eventuale spostamento della squadra, un po’ come fece la Fiorentina di Baggio nel ‘90 andando a giocare a Pistoia in campionato e a Perugia in Coppa Uefa. L’ipotesi A, come detto, prevede la permanenza nello stadio viola: «Ma la capienza a quel punto resterebbe sempre inferiore al 50% — spiega il d.g. di Palazzo Vecchio Giacomo Parenti — perché metà stadio sarebbe interessata dai lavori , mentre nella parte restante andrebbero create zone cuscinetto per una questione di sicurezza». Per due stagioni sportive dunque, la Fiorentina dovrebbe fare i conti con una capienza del Franchi tra i 10 e il 15mila posti e con ricavi abbassati rispetto agli attuali. A rischio
sarebbe anche la campagna abbonamenti, senza contare che con un cantiere aperto, il Franchi non potrebbe ospitare partite europee.
L’ipotesi B come detto è andarsene, almeno per un po’, da Firenze, magari nella vicina Empoli (è notizia di ieri tra l’altro che la cessione dell’impianto al club azzurro — della quale si parla da tempo — slitterà di almeno altri due anni), dove il presidente Corsi si è già detto ampiamente disponibile a ospitare i viola. Anche in questo caso però la capienza sarebbe ridotta, perché lo stadio empolese al massimo può contenere persone. E l’Europa? Per l’anno prossimo — è bene chiarirlo — è tutto ok: la Fiorentina giocherà regolarmente al Franchi, perché il bando prevede l’inizio del cantiere per luglio 2023. Il problema semmai si porrà se la squadra riuscirà a confermarsi nelle coppe: una delle idee porta al Mapei Stadium, lo stadio di proprietà del Sassuolo a Reggio Emilia. Ha licenza europea (ha già ospitato l’Atalanta durante i lavori allo stadio di Bergamo) e una capienza di oltre 21mila posti a sedere.: «Con la Fiorentina i rapporti sono eccellenti», giura ancora Nardella, che nel frattempo confida anche sul tavolo tecnico previsto dal bando (e al quale partecipa anche la stessa società viola), per coinvolgere la Fiorentina e sciogliere il ghiaccio di Commisso.
Dopo aver visto le carte, aver capito pro e contro dell’area commerciale e l’eventuale trasloco della squadra, il presidente viola («Campi? L’opzione c’è e la lascio lì», una delle sue frasi in tema stadio) farà la sua scelta. In ballo ci sono soldi ma soprattutto il futuro al Franchi della Fiorentina. Connessa al restyling firmato Arup infatti c’è la nuova convenzione da firmare con Palazzo Vecchio. Che sarà molto più cara rispetto al milione di canone annuo pagato finora («I viola però non dovrebbero più pagare la manutenzione straordinaria, né le spese per l’energia visto che il tetto dello stadio sarà completamente fotovoltaico», dice ancora Parenti), ma che al tempo stesso garantirebbe una nuova casa ai tifosi della Fiorentina e un salto di qualità a un club che ha nel Dna ha l’ambizione di competere per i posti più nobili della classifica.
Le due ipotesi
Restare, ma a capienza ridotta. O le soluzioni Empoli e Reggio Emilia per serie A ed Europa