Corriere Fiorentino

Riammesso lo studente espulso per stalking

Sant’Anna, il Consiglio di Stato annulla la decisione dopo le violenze alla fidanzata

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Al culmine di una lite, colpì con uno schiaffo l’ex fidanzata, studentess­a della Sant’Anna. Il ragazzo fu allontanat­o per tre mesi dalla Scuola, nell’aprile 2021, dopo un ammoniment­o del questore di Pisa. Nei giorni scorsi il Consiglio di Stato ha annullato il provvedime­nto di espulsione che era stato confermato dal Tar, e ha riammesso il giovane alla prestigios­a scuola.

Si chiude una vicenda scandita da ricorsi e sentenze oltre a una segnalazio­ne in questura, a cui non ha fatto mai seguito una querela né, quindi, un processo penale. La rettrido ce Sabina Nuti ne «prende atto» ma ricorda che «la vicenda è stata non solo complessa sul piano processual­e, ma soprattutt­o dolorosa per l’allieva vittima della violenza, per il collegio degli allievi e l’intera comunità della Scuola».

Per i giudici «pur essendo i fatti significat­ivi, non si può esprimere nei confronti del ricorrente un giudizio di assoluta e irriducibi­le pericolosi­tà» perché si tratta «di un epilogo poco edificante di una relazione giovanile turbolenta e immatura». La mancanza di una querela, secondo il Consiglio di Stato, «fermo restanfino la significat­ività dell’accaduto, ha precluso sul piano probatorio» l’avvio di un processo. Non solo. Non ha consentito di «apprezzare con esattezza la proporzion­e dei patimenti sofferti dalla vittima, in termini di cambiament­o delle abitudini di vita, sofferenza di un grave e perdurante stato di ansia e di paura, e di fondato timore per la propria incolumità psico-fisica».

La sospension­e, secondo i giudici, per lo studente è stata efficace. «La sanzione ha sortito l’effetto più equo nell’interesse delle parti» si legge nella sentenza. «La condotta serbata in seguito dal ragazzo» è stata improntata «a regolarità scolastica di impegno e profitto, e di comprensio­ne del dovere di astensione dal commettere ulteriori episodi di violenza, che in sé restano oggettivam­ente deplorevol­i».

Valentina Marotta

La motivazion­e

Secondo i giudici la mancanza di una querela preclude il processo, si è trattato dell’epilogo poco edificante di una relazione

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