Sì all’adeguamento dei prezzi, Palazzo Vecchio sblocca gli appalti
Prima città a riconoscere costi maggiori fino al 20% sui lavori partiti e da assegnare
Prima città in Italia a far scattare l’adeguamento dei prezzi per gli appalti pubblici: l’incremento deliberato ieri dal Comune di Firenze consentirà alle imprese di far fronte a gran parte degli aumenti dei costi dei materiali da costruzione derivati dal conflitto ucraino e dall’instabilità dei mercati.
I cantieri della città a cui il Comune riconoscerà costi maggiori (sino al 20% in più a seconda del settore d’appartenenza) sono sia quelli che stanno per esser avviati che quelli che sono stati messi in piedi nei primi mesi dell’anno. «La revisione — spiega Alessandro Dreoni, dirigente del servizio — consiste in un adeguamento al decreto legge approvato dal governo lo scorso 17 maggio: il significato pratico di questo atto è che sarà riconosciuta alle ditte la differenza tra il prezzo originario dell’appalto e quello individuato ora, dopo i rincari».
Ne godranno dunque le imprese che lavorano alla Fortezza da Basso, quelle che seguono gli adeguamenti per il polo di alta formazione all’ex Meccanotessile a Rifredi, le ditte che lavorano alla realizzazione del nuovo impianto sportivo PalaGemignani nella via omonima, quelle che stanno costruendo la nuova torre scenica al Teatro del Maggio. Tutte opere i cui stati di avanzamento sono stati inaugurati nella prima parte di quest’anno e che a rigor di legge — prima di questo intervento straordinario — avrebbero dovuto essere liquidate con i prezzi deliberati il 31 dicembre 2021.
Ma l’intervento riguarda ovviamente anche i lavori che stanno per cominciare, primi fra tutti quelli finanziati con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr): dallo stadio Franchi alle scuole, passando per gli adeguamenti sismici, i lavori edili, le ristrutturazioni, i restauri, la manutenzione di opere stradali, gli impianti tecnologici.
La delibera approvata dalla giunta guidata da Dario Nardella
è stata proposta dall’assessore ai Lavori pubblici Titta Meucci (Iv): «Abbiamo definito i nuovi prezzi a tempo di record dopo l’entrata in vigore del decreto legge — spiega soddisfatta l’assessore — e dato mandato agli uffici di non attendere il nuovo prezzario regionale, aggiornando immediatamente i prezzi in modo da non bloccare le gare pronte a partire».
L’adeguamento si applicherà infatti ai prezzari degli appalti comunali senza attendere l’aggiornamento di quelli regionali, che dovrà avvenire entro luglio. Dagli uffici della Regione Toscana fanno comunque sapere «che il confronto con il Comune di Firenze è stato costante e va nella stessa direzione di quello che sarà applicato, anche retroattivamente per il 2022, a tutti gli appalti di competenza regionale».
Il provvedimento da cui nasce questa delibera obbliga le stazioni appaltanti — dunque i committenti degli enti locali — a inserire in tutti i bandi pubblicati fino al 31 dicembre 2023 «una clausola di revisione dei prezzi accompagnata da un meccanismo di compensazione delle variazioni, in aumento o in diminuzione, dei costi dei singoli materiali». Palazzo Vecchio ha infine indicato i criteri da seguire per la revisione dei prezzi a seconda della tipologia di lavorazioni: rialzi fino al 20%, ma non in tutti i settori. Per le opere pubbliche gli adeguamenti attuali — salvo ulteriori ritocchi dei prossimi mesi — saranno del 12%; per i restauri solo del 3%, per le ristrutturazioni del 7%, per le manutenzioni stradali del 19%.