Per anni il «paese dei Renzi» ma Rignano ora vuole cambiare
Domenica la sfida tra quattro candidati sindaco: «Abbiamo bisogno di normalità»
I Renzi? «Ancora?», risponde polemico il sindaco-medico Daniele Lorenzini. «Ma non interessa a nessuno, parliamo dei problemi di Rignano», protesta il sindaco uscente. Suvvia, risponda sindaco… Lunga pausa. Poi netto, infastidito: «È da cinque anni e mezzo che non li sento». La «guerra» continua.
Breve passo indietro. Rignano 2017, scoppia il caso Consip, i rapporti tra Lorenzini e Tiziano Renzi, segretario del Pd locale si frantumano. Tutto lasciava pensare infatti che il primo sarebbe stato confermato alla guida di Rignano, ma così non è perché i dem scelgono come candidato a sindaco l’assessore comunale Eva Uccella. La quale alle primarie era stata sconfitta da Lorenzini. Risultato? Scoppia nel Pd renziano un putiferio senza via di uscite perché Lorenzini non si fa da parte e forma una lista civica che alle elezioni sconfigge la candidata del Pd Uccella. E vince. Tra i clamori mediatici: Renzi segretario nazionale del Pd che perde nella sua roccaforte natìa ad opera del medico di famiglia Lorenzini…
Cinque anni dopo i duellanti sono usciti dal proscenio della politica di Rignano, un piccolo paese di 8 mila anime, ma le faide politiche e personali sembrano continuare. Basti pensare che il centrosinistra si presenta alle elezioni con tre liste distinte e divise mentre il centrodestra invece va compatto alle urne con Michele Matrone, 59 anni, candidato a sindaco e, sorpresa, con Giancarlo Lorenzini, fratello del sindaco uscente, a capo della lista per il Consiglio. Le divisioni insomma a Rignano attraversano anche le famiglie. Riflette Giacomo
Certosi, 44 anni, suo
padre Piero è stato sindaco del paese dal 1983 al 1995. «Rignano è stato sempre un paese tranquillo e operoso e deve tornare a esserlo, dopo le faide degli ultimi anni. Non a caso abbiamo voluto chiamare la nostra lista “Rignano unita” . In essa confluiscono i simboli del Pd, Laboratorio politico e la mia lista personale».
Se «Rignano unita» punta sulla discontinuità, Dominga Guerri, vice sindaca nella giunta di Lorenzini, 48 anni, candidata di Insieme per Rignano, rappresenta la continuità: «Anche in campagna elettorale io continuo a lavorare ogni giorno in Comune per portare avanti il nostro programma. Basti dire che per il Pnrr abbiamo presentato progetti per 19 milioni. Noi abbiamo un percorso tracciato: molte cose le abbiamo fatte, altre le faremo nei prossimi
cinque anni». Chiude il cerchio di centrosinistra la lista personale di Rossano Degl’Innocenti, 64 anni, imprenditore, che gode dell’appoggio di Italia Viva di Matteo Renzi. E rivela anche lui una voglia, come Certosi, di voltare pagina rispetto agli ultimi anni di faide e litigi: «Tutte questioni personali, non c’è niente di politico. Con me si parla di cose da fare». E nel «fare» spicca soprattutto il turismo perché questa è una zona dai paesaggi incantevoli, forse non sufficientemente valorizzati.
Così come si lamenta il rischio di un paese a corto di servizi fondamentali e di collegamenti viari, tutti problemi smentiti da chi ha governato finora e si propone di continuare l’opera. Incombe poi, come è stato per Bagno a Ripoli, i disagi per la costruzione della terza corsia autostradale. L’impressione è che tutto sommato a Rignano e nel suo vasto territorio si viva bene per cui i programmi alla fine si somiglino e a contare siano invece i personalismi e che alla fine quello che per tanti anni è stato «il paese di Renzi» voglia tornare ad essere solo un paese normale.
Nonostante certe polemiche da strapaese. Come quella sessista che nei giorni ha avuto per protagonista il candidato del centrodestra. Matrone si è chiesto come si può pensare «che una donna con il tacco 12 che va in un cantiere possa capirci qualcosa». Il riferimento era rivolto, questa l’accusa di Insieme per Rignano, alla sua candidata a sindaco, l’attuale assessore ai lavori pubblici Guerri. E ieri il bis: «Guerri? Pronta per rigovernare più che per governare», l’attacco del sindacalista cugino di Tiziano Renzi.