Indietro tutta, fino al tempo dei dinosauri
A Grosseto i tre giorni del «Maremma Archeofilm» che inizia con gli etruschi
Da uno sguardo attento alle stratificazioni sul golfo di Baratti riemergono le orme della lavorazione del ferro perseguita per tre secoli a Populonia. A Palazzo Vecchio, a Firenze, c’è la grande statua bronzea ritrovata casualmente ad Arezzo di quella belva furente, appena colpita ma ancora vitale, in cui Cosimo I, proclamatosi Magnus Dux Etruriae, colse un forte valore propagandistico. È un viaggio alla scoperta di un popolo che ha segnato la civiltà europea, oltre a quella italiana (e toscana in particolare) La bellezza degli etruschi, produzione Rai per la regia di
Marzia Marzolla e Matteo Bardelli, con cui, significativamente, si apre il festival grossetano «Maremma Archeofilm». Da venerdì 17 a domenica 19, alle ore 21.15, Archeologia Viva/Firenze Archeofilm e Associazione M.Arte propongono nel Giardino dell’Archeologia sei opere cinematografiche che invitano gli spettatori ad andare avanti e indietro nello spazio e nel tempo. A cominciare dalla Grande Etruria, che ispirò i Medici nel Cinquecento e gli intellettuali inglesi tra Sette e Ottocento. A seguire — sempre venerdì — sarà proiettato il breve film animato
Seleucus I Nikator del regista greco Yiotis Vrantzas, che fa luce sulla figura del fondatore della leggendaria dinastia dei Seleucidi, conosciuto come uno dei grandi successori di Alessandro Magno. Protagoniste di sabato sono le grandi scoperte della modernità che hanno permesso di ricostruire storie remote: dalle nuove specie di dinosauri e mostri marini trovate dai paleontologi negli ultimi venti anni — presentate con immagini 3D altamente realistiche nel film Al tempo dei dinosauri di Pascal Cuissot — alla storia di del busto della moglie del faraone Akhenaton (individuato nel 1912 in Egitto dal tedesco El-Amarna, e tuttora conservato a Berlino), a cui JeanDominique Ferrucci ha dedicato Il busto di Nefertiti: nascita di un’icona. La serata di domenica di apre con Kromdraai, alla scoperta del primo essere umano di Cédic Robion, che ci porta virtualmente ai margini dell’Africa meridionale, dove sono state scoperte le ossa di due bambini… di 2,5 milioni di anni! In chiusura, Choquequirao, la geografia sacra degli Incas presenta il più grande impero che l’America avesse mai visto, costruito nel XV secolo da un popolo che non conosceva la scrittura né la ruota. In ciascuna serata, la visione sarà accompagnata da un esperto: Susanna Sarti dell’Area archeologica nazionale di Roselle, Simona Rafanelli del Museo Archeologico Falchi di Vetulonia e Chiara Valdambrini del Museo Archeologico e d’Arte della Maremma.