Strage di Viareggio «Moretti è un capro espiatorio»
«Chiedo di assolvere l’ingegner Mauro Moretti per non aver commesso il fatto». L’avvocato Ambra Giovene, difensore dell’ex ad di Rfi ed ex ad di Ferrovie conclude così, dopo un’arringa di cinque ore e mezzo, la difesa al processo di appello bis per la strage di Viareggio del 29 giugno 2009. Moretti è in aula, dietro di lui ci sono i familiari delle vittime che hanno esposto, come sempre, le magliette con i volti di chi non c’è più. Moretti è imputato di disastro ferroviario, lesioni e incendio colposi. Come per gli altri imputati è caduto anche per lui l’accusa di omicidio colposo plurimo per prescrizione. Al centro dell’arringa dell’avvocato c’è la prescrizione 283 del 10 aprile 2006 firmata da Moretti come ad di Rfi in cui venivano date indicazioni su metodi e procedure di valutazioni dei rischi e degli interventi cautelari da attuare sulla sicurezza ferroviaria. In quella fase Rfi era il soggetto che sovrintendeva alla sicurezza sulla circolazione ferroviaria in Italia, mentre dal giugno 2008 subentrò l’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria. Il carro merci che si ruppe a Viareggio era noleggiato in Germania e entrò in Italia nel marzo 2009. «Dispiace che Moretti sia stato preso come riferimento da colpire, da giustiziare, ma forse era comodo così — ha detto l’avvocato al termine dell’udienza — forse era meglio puntare l’attenzione su lui anziché su soggetti che appartengono a imprese ferroviarie lontane, che non sono mai comparsi in aula. Moretti è un capro espiatorio facile». Il processo riprende il 30 giugno.