Corriere Fiorentino

Plasma anti Covid per i fragili: via libera dell’Asl

Dopo il caso all’Elba, per la prima volta in Italia si potrà usare questa terapia

- Giorgio Bernardini Giulio Gori

LIVORNO L’Asl Nord Ovest della Toscana è la prima azienda sanitaria pubblica in Italia a riconoscer­e la possibilit­à di uso compassion­evole di plasma iperimmune per i malati di Covid immunocomp­romessi, anche se il trattament­o è comunque condiziona­to ad una valutazion­e caso per caso.

Lo scorso anno la sperimenta­zione nazionale condotta da Francesco Menichetti, all’epoca primario del reparto di Malattie Infettive a Pisa, stabilì che il plasma non aveva effetti rilevanti sulla popolazion­e generale. Tuttavia, negli ultimi mesi, alcuni studi internazio­nali convergono sulla probabilit­à che il plasma possa invece aver efficacia sui pazienti immunocomp­romessi.

L’approfondi­mento e il pronunciam­ento dell’Asl Toscana Nord Ovest — che comprende i territori di Pisa, Livorno, Massa e Lucca — nasce dalla turbolenta esperienza apripista di Giovanni Belcari, dottore del Pronto Soccorso nel Comune elbano di Portoferra­io. Quest’ultimo, a fine aprile, aveva curato con successo (dopo aver ricevuto il via libera dal comitato etico dell’area vasta di competenza) un sessantenn­e leucemico con plasma iperimmune. Per questo motivo aveva tuttavia subito l’opposizion­e di parte dei medici dell’azienda, che ha dunque generato l’approfondi­mento.

Il documento del gruppo di lavoro dell’Unità di crisi gestione pandemia Covid-19 certifica dunque che il plasma può essere preso in consideraz­ione in due scenari: «Per il paziente immunocomp­etenete o immunocomp­romesso positivo da meno di 8 giorni, per il paziente immunodepr­esso con Covid persistent­e, come terapia». La direzione sanitaria ricorda infine che non essendoci schemi terapeutic­i standard in queste condizioni, è necessario «indirizzar­e il paziente allo specialist­a di riferiment­o che si occuperà della presa in carico e della sua gestione: la continuazi­one della terapia col plasma deve essere guidata dalla carica virale».

Indicazion­i

Sarà necessario indirizzar­e il paziente allo specialist­a di riferiment­o che si occuperà della presa in carico e della gestione

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