Plasma anti Covid per i fragili: via libera dell’Asl
Dopo il caso all’Elba, per la prima volta in Italia si potrà usare questa terapia
LIVORNO L’Asl Nord Ovest della Toscana è la prima azienda sanitaria pubblica in Italia a riconoscere la possibilità di uso compassionevole di plasma iperimmune per i malati di Covid immunocompromessi, anche se il trattamento è comunque condizionato ad una valutazione caso per caso.
Lo scorso anno la sperimentazione nazionale condotta da Francesco Menichetti, all’epoca primario del reparto di Malattie Infettive a Pisa, stabilì che il plasma non aveva effetti rilevanti sulla popolazione generale. Tuttavia, negli ultimi mesi, alcuni studi internazionali convergono sulla probabilità che il plasma possa invece aver efficacia sui pazienti immunocompromessi.
L’approfondimento e il pronunciamento dell’Asl Toscana Nord Ovest — che comprende i territori di Pisa, Livorno, Massa e Lucca — nasce dalla turbolenta esperienza apripista di Giovanni Belcari, dottore del Pronto Soccorso nel Comune elbano di Portoferraio. Quest’ultimo, a fine aprile, aveva curato con successo (dopo aver ricevuto il via libera dal comitato etico dell’area vasta di competenza) un sessantenne leucemico con plasma iperimmune. Per questo motivo aveva tuttavia subito l’opposizione di parte dei medici dell’azienda, che ha dunque generato l’approfondimento.
Il documento del gruppo di lavoro dell’Unità di crisi gestione pandemia Covid-19 certifica dunque che il plasma può essere preso in considerazione in due scenari: «Per il paziente immunocompetenete o immunocompromesso positivo da meno di 8 giorni, per il paziente immunodepresso con Covid persistente, come terapia». La direzione sanitaria ricorda infine che non essendoci schemi terapeutici standard in queste condizioni, è necessario «indirizzare il paziente allo specialista di riferimento che si occuperà della presa in carico e della sua gestione: la continuazione della terapia col plasma deve essere guidata dalla carica virale».
Indicazioni
Sarà necessario indirizzare il paziente allo specialista di riferimento che si occuperà della presa in carico e della gestione