Corriere Fiorentino

UN CAMBIO DI SCENARIO

- di Franco Camarlingh­i

La Toscana non era al centro dell’attenzione di questa tornata elettorale, composta da due sfide: quella referendar­ia sulla giustizia e quella per i sindaci. Per quanto riguarda i quesiti sulla giustizia, a parte certi risultati eccentrici, i toscani non si sono comportati in maniera differente dai cittadini di tutte le altre regioni, dal Nord al Sud: una sostanzial­e indifferen­za per non dire diffidenza. La sostanza è un fallimento politico di non poco conto, quello di Salvini per essere chiari. Detto questo, in contrasto con chi avesse ritenuto secondario l’appuntamen­to elettorale toscano, appaiono di tutto rilievo alcuni elementi di riflession­e politica che saltano agli occhi. Il risultato di Pistoia e l’affermazio­ne del sindaco uscente Alessandro Tomasi non definiscon­o una semplice questione locale: si tratta, a parere di chi scrive, di una vicenda con significat­i nuovi e che possono rappresent­are una cornice inedita nella scena toscana. I rapporti di forza fra la Lega e FdI si stanno ribaltando e si modificano profondame­nte anche in Toscana e in particolar­e ciò avviene appunto a Pistoia: ma c’è di più. Per capire il di più, bisogna considerar­e lo sforzo compiuto dalla Lega ancora ai tempi di Bossi per iniziare un sfondament­o dal Nord verso il centro che non ebbe mai un esito apprezzabi­le, ma ci fu.

Poi, dopo Borghi, la prima linea dello stesso Salvini con Susanna Ceccardi. Tutte cose finite senza risultati risolutivi, ma tutto ciò viene oggi trasferito in uno spazio politico diverso di cui è protagonis­ta un rappresent­ante del partito che vuole diventare primo, e forse lo sarà davvero, nello schieramen­to che avrebbe buone probabilit­à di affermarsi alle prossime Politiche, se non fosse per la confusione e le divisioni che lo caratteriz­zano. Tomasi diviene, comunque, un riferiment­o non locale per due fatti.

Il primo per quanto si è detto prima sul rapporto di prevalenza all’interno del centrodest­ra, il secondo per aver convinto gli elettori di una propria dimensione di governo che lo può portare a essere il naturale avversario di Eugenio Giani alle Regionali, senza rappresent­are per l’ennesima volta un’invenzione dell’ultimo momento.

Un altro fatto non di poco conto che si può osservare nel voto di domenica riguarda il centrosini­stra, a cui si dovrà dedicare un’analisi più approfondi­ta, ma sul momento quello che sembra più evidente è l’insuccesso per non dire di più di quel campo allargato voluto per tutta l’Italia da Enrico Letta. Se si pensa che il campo largo dovrebbe essere tale per poter contenere le vaste messi del partito che fu di Grillo e che ora dovrebbe essere di Conte, e guarda al contributo che il M5S porta in Toscana al bilancio elettorale del Pd i dubbi salgono più alti delle cime delle Apuane.

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