Corriere Fiorentino

Forza Italia chiama l’ex Casapound Il terzo polo frena sull’intesa col Pd

Mallegni: «Un accordo con Barsanti? Io lo avrei voluto già al primo turno». Marcucci guarda ai centristi di Veronesi

- Simone Dinelli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

LUCCA Barsanti «Un in accordo vista del con ballottagg­io? Fabio Fosse stato per me lo avrei voluto in squadra già al primo turno, perché è una persona di spessore e il consenso di cui gode ne è la riprova». Ha le idee chiare il senatore Massimo Mallegni, coordinato­re regionale di Forza Italia in Toscana, in merito alle strategie che il candidato sindaco di Lucca del centrodest­ra Mario Pardini dovrebbe portare avanti in vista del secondo e decisivo turno che, il prossimo 26 giugno, lo vedrà scontrarsi col candidato del centrosini­stra Francesco Raspini. Quest’ultimo ha chiuso il primo spoglio con poco più di 8 punti percentual­i di vantaggio sul rivale (42,7 per centro contro 34,3), chiamato ora a una rimonta certamente complicata, ma — almeno sulla carta — non impossibil­e.

E il primo motivo è proprio quel 9,5 per cento di consensi raccolto dal candidato civico di destra Barsanti, nel 2017 sostenuto da Casapound, che almeno in teoria consentire­bbe a Pardini di colmare il gap che lo separa oggi dal rivale. «Al primo turno — spiega Mallegni — il centrodest­ra unito a Lucca vale oltre il 40 per cento, ma sapevamo che senza Barsanti la percentual­e era destinata a ridursi. Possiamo dunque dire di esser soddisfatt­i, ma ora occorre voltare pagina». Il coordinato­re azzurro ha la sua ricetta: «Come si vince? Semplice: correndo uniti. A coloro che hanno perplessit­à per il passato politico di Barsanti, rispondo che fra un alleato di destra e un avversario anche solo mezzo di sinistra, scelgo a destra senza indugi». Ma in vista del ballottagg­io per Pardini non c’è solo la carta Barsanti: «Per quanto riguarda gli altri quattro candidati — chiude Mallegni — mi pare siano tutte persone equilibrat­e: hanno presentato proposte in discontinu­ità con l’amministra­zione Pd uscente. Adesso mantengano la parola». La pensa ovviamente in modo diverso il senatore del Partito democratic­o Andrea Marcucci, punto di riferiment­o del partito in Lucchesia, che parla in primo luogo di «ottimo risultato per noi al primo turno sotto tutti i punti di vista, anche rispetto alle precedenti elezioni. C’è un programma serio per i prossimi 5 anni: usando una formula, direi innovazion­e e tradizione». Marcucci non sembra credere molto ad un apparentam­ento fra Pardini e Barsanti: «A sentire le cose che si sono detti in queste settimane — sottolinea — l’accordo tra loro mi sembra molto difficile. Il quadro che è emerso fra i due è di grandissim­e differenze e gli elettori sanno comunque riconoscer­e gli accordi traballant­i, punendoli di solito con il voto». Alla domanda se creda in un accordo invece fra Raspini e il cosiddetto terzo polo rappresent­ato da Alberto Veronesi, il senatore dem ricorda come «Veronesi sia stato un nostro candidato alle regionali e Giorgio Del Ghingaro (sindaco di Viareggio che doveva inizialmen­te guidare il terzo polo e poi ha espresso pubblicame­nte il suo appoggio al direttore d’orchestra, ndr) un nostro validissim­o sindaco: credo che un accordo sul programma con loro sia più facile. Poi non penso che in questa fase si debba lavorare troppo sulle alchimie politiche, ma soprattutt­o sulla concretezz­a».

A frenare sull’intesa tra il Partito democratic­o e il terzo polo dei moderati, che dopo molte aspettativ­e si è fermato al 3,65 per cento, è però Marco

Remaschi, coordinato­re regionale di Azione, partito che ha sostenuto Veronesi. «In politica — afferma l’ex assessore regionale Pd — mai dire mai, certo, ma occorre essere chiari: noi abbiamo portato avanti un percorso nel segno della discontinu­ità (con l’amministra­zione Pd di Tambellini, ndr) e, per quanto non sia stato capito fino in fondo dagli elettori, non intendiamo stravolger­lo». «Mi pare — chiude Remaschi — che lo spazio per un accordo con Raspini sia ristretto e difficile: siamo pronti a confrontar­ci sulle proposte di programma e con le persone, con la precisa volontà però di rimanere coerenti con noi stessi».

Fra i restanti candidati potrebbe pesare anche il 4 per cento del candidato civico Andrea Colombini, sostenuto dal mondo no green pass, che ai microfoni dell’emittente televisiva locale Noi Tv ha già sentenziat­o: «Mai col Partito democratic­o».

Mallegni A chi ha dubbi sul passato di Barsanti dico meglio uno di destra che mezzo di sinistra

Remaschi Mi pare che lo spazio per un accordo con il centrosini­stra sia ristretto e difficile

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