È partita la corsa ai voti di Ferri E la Lega ora fa appello all’unità
Prime manovre verso il secondo round tra Arrighi e Caffaz Zubbani avvisa il Pd e Giani: «Non c’è mai stato dialogo...»
CARRARA Da una parte c’è il Pd, impegnato a metter su un’alleanza dai contorni ancora tutti da definire. Dall’altra la Lega, che deve ricucire lo strappo con le altre forze di destra consumato a febbraio, azzerando i margini per una candidatura unitaria. Nel mezzo Cosimo Maria Ferri, deputato di Italia viva, che coi suoi 3.946 voti (15,1%) al primo turno può spostare equilibri precari di per sé, con buona pace (mica tanto) dei sondaggisti che ne prefiguravano una Caporetto.
L’avvicinamento al ballottaggio che domenica 26 a Carrara vedrà sfidarsi Serena Arrighi (Pd), forte ma non troppo del 29,92% con cui è uscita vincitrice dalla prima tornata elettorale, e Simone Caffaz (Lega), che insegue col 18,93%, somiglia a un filo di Arianna annodato in più punti. Chi saprà scioglierli guiderà una città disaffezionata come non mai alla politica locale e alle dinamiche che la caratterizzano: ne sono la riprova l’astensionismo record (sotto il 50%) e i risultati di varie liste civiche che hanno messo in ombra i
partiti. Una buona parte, almeno.
Convincere chi ha disertato le urne al primo turno sarà un altro fattore determinante nella corsa alla successione di Francesco De Pasquale, sindaco uscente del M5S che ha rinunciato a ricandidarsi, col
suo partito crollato al 5,4%. «Un’affluenza più alta potrebbe favorirci al ballottaggio», abbozza Caffaz, ottimista su un riavvicinamento con Forza Italia e FdI che lo avevano scaricato per sostenere Vannucci, terzo col 17,11%. «Un errore, uniti avremmo potuto vincere al primo turno. Adesso bisogna ricompattarci. L’altra priorità è convincere l’elettorato del centrodestra moderato». Caffaz rivendica inoltre la possibilità «di attecchire oltre i confini della coalizione». Il riferimento è a Ferri: «C’è un’affinità col suo elettorato. Credo che una buona fetta possa votare per me».
Il deputato di Italia viva si è definito «ago della bilancia», senza esprimersi su chi appoggerà. Ma una condizione è già stata posta: nessun accordo coi 5 Stelle, ipotesi che indirizzerebbe verso Caffaz molti dei voti di Ferri. «Al ballottaggio non faremo mai accordi con chi ha paralizzato per cinque anni la città», ha detto il deputato renziano ed ex sottosegretario alla giustizia. «Conte è venuto a Carrara e il Movimento 5 stelle si è fermato al 5% — aggiunge Ferri — Il cantiere riformista qui continuerà a lavorare e a coinvolgere chi ha voglia di fare politica e cambiare le cose». Per Ferri, «questo risultato ci ha regalato entusiasmo e porterà il progetto ad essere centrale anche in Regione. La politica va fatta tra la gente, non nelle sedi di partito».
Angelo Zubbani, ex sindaco socialista di Carrara e principale promotore di Ferri si mostra tiepido verso entrambi gli sfidanti al ballottaggio, ma non risparmia critiche al Pd e al presidente della Regione Eugenio Giani che pure mesi fa lo aveva scelto come consigliere speciale per la vaccinazione Covid. «Alle Regionali con la lista Orgoglio Toscana gli abbiamo portato in dote quasi 50 mila voti (47.778) sfiorando il 3%. Chiedevamo di essere presi in considerazione e invece non c’è mai stato dialogo».
Il candidato di Iv Al ballottaggio non faremo mai accordi con chi ha paralizzato per cinque anni questa città