Chirurgia e tempi di attesa, la Toscana viaggia a due velocità
FdI e i dati dell’Agenzia di sanità: a Grosseto 39 giorni per un tumore, a Empoli 6
Alla presentazione degli Stati generali della Salute, lunedì scorso, l’assessore Simone Bezzini ha parlato a chiare lettere: «Quanto alle liste d’attesa stiamo rimontando sulla specialistica ambulatoriale e sulla diagnostica, anche se abbiamo problemi su Tac e risonanza magnetiche. Mentre sulla chirurgia siamo ancora indietro». I ritardi delle sale operatorie sono concentrati sulla chirurgia non urgente, eppure non mancano i problemi anche su quella ad alta priorità. È quanto emerge da una rielaborazione dei dati dell’Agenzia regionale di Sanità fatta dal gruppo in Consiglio regionale di Fratelli d’Italia. Anche sui tumori maligni (su cui le linee guida nazionali danno tempi massimi di 28 giorni).
I tempi per un intervento per il cancro al colon variano dai 6 giorni del San Giuseppe di Empoli ai 39 della Misericordia di Grosseto. Stessa situazione per il tumore al retto: 6 giorni a Empoli, 45 a Grosseto. Fronte rene, è ancora Empoli il migliore, con 16 giorni, contro i 57 di Livorno e i 79 di Bibbiena. Per i tumori maligni della prostata si passa dagli 11 giorni del San Donato di Arezzo ai 93,9 di Grosseto. Sono in realtà le uniche eccezioni negative, di fronte a un cancro i tempi sono quasi sempre rispettati.
Ma se si passa agli interventi non urgenti (dove i tempi limite fissati a livello nazionale si dilatano) le differenze si ampliano notevolmente a seconda degli ospedali. Gli esempi forniti da FdI sono sorprendenti: per una protesi d’anca 20 giorni di attesa a Empoli contro i 279 di Pontedera. Per la protesi del ginocchio si va dai 136 giorni di Livorno ai 336 di Cecina. Per la colecistectomia, dai 10 giorni del San Giuseppe ai 349 di Ponte a Niccheri. Infine l’ernia inguinale: Empoli fa ancora da capofila con 20 giorni, mentre a Careggi ne servono 208. «I tempi di attesa presentano clamorose differenze territoriali, da 20 giorni ad un anno. È inaccettabile — dice il
consigliere Diego Petrucci che ha elencato i dati in commissione Sanità — C’è assoluta mancanza di regia, la Toscana viaggia a 2, 3, 4 marce».
Per cercare di rimontare sull’arretrato, la Regione ha dato l’ordine alle aziende di usare a pieno ritmo le sale operatorie anche d’estate e ha fatto sapere che le riduzioni di organico dovute al piano ferie non saranno considerate alibi. L’assessorato alla Salute ha dato il via libera alle Asl ad acquistare sedute operatorie anche negli ospedali privati convenzionati. Ma la chirurgia non è l’unico fronte complicato. Giovedì 9 giugno un fiorentino ha chiamato il Cup per prenotare (con una ricetta medica a priorità non urgente) un appuntamento per una gastroscopia. Il posto gli è stato dato per l’8 giugno 2023. Eppure la gastroscopia, secondo le parole di Bezzini, non sarebbe uno degli esami strumentali su cui la sanità toscana è in grave ritardo. La causa, secondo fonti regionali, in questo caso sarebbe legata al sistema di prenotazione dell’Asl Centro. Una volta al mese, se gli appuntamenti a breve termine sono esauriti, l’azienda contratta con il privato convenzionato per l’acquisto di nuovi posti. E quando li reinserisce nel sistema di prenotazione, gli utenti trovano l’appuntamento anche dopo pochi giorni. Fino a che non si esauriscono e i malcapitati ottengono il posto solo a distanza di moltissimo tempo. Così, la Regione ha chiesto all’Asl Centro di spalmare i nuovi appuntamenti, inserendoli in modo più uniforme nell’arco di un mese, per non creare eccessive disparità tra pazienti.