Iachini, Juric, Gattuso e ora Vincenzo Se il giugno in casa viola è bollente
Scontri con allenatori e procuratori: quanti casi estivi nell’era Commisso
In principio furono Vincenzo Montella e Time Square, rispettivamente il tecnico in pectore della nuova Fiorentina americana e scenario dell’annuncio a ridosso della nuova stagione. Sullo sfondo il colore viola che campeggiava nelle mille luci della Grande Mela. Erano i primi passi del nuovo proprietario viola, il magnate delle telecomunicazioni Rocco Commisso che aveva da poco rilevato il club dai fratelli Della Valle, e soprattutto nella tifoseria viola si respirava tutt’altra aria rispetto agli ultimi giorni.
Tre anni dopo quel collegamento televisivo da uno degli angoli più iconici del mondo il clima sembra infatti completamente rovesciato, con una tifoseria poco incline ad accettare l’addio a Torreira (e sui social netowork non sono mancate le reazioni scomposte alla lettera del sudamericano con pesanti accuse alla società) e adesso spiazzata pure da un rinnovo di contratto con il tecnico Italiano che tarda ad arrivare.
Così mentre la società prosegue sottotraccia il lavoro sul mercato la questione allenatore resta di nuovo sospesa, se non propriamente nell’ottica del prossimo anno visto il residuo anno di contratto (più opzione sul prossimo) quanto meno sul piano di un rinnovo evidentemente non così scontato come si pensava. Una situazione delicata ma per la verità non del tutto nuova, figlia di divergenze, anche sul piano economico, venute a galla quando tutti si aspettavano ben altro modo di festeggiare il settimo posto.
Eppure, che si tratti di annate chiuse con una salvezza raggiunta sul fil di lana o del traguardo europeo tagliato al termine dell’ultimo campionato, in casa viola il passaggio da una stagione all’altra si è sempre portato dietro qualche problema se non vere e proprie burrasche. Lo sa bene Giuseppe Iachini, che nei mesi estivi del 2020 si guadagnò una conferma inaspettata guidando la Fiorentina lungo la strada della salvezza. Una scelta certamente legittima arrivata direttamente dalla proprietà, ma non troppo in linea con i contatti portati avanti dalla dirigenza con Ivan Juric, ai tempi tecnico del Verona in procinto di andarsene.
Di certo quel mercato allungato fino all’autunno dal finale di campionato giocato in estate, per via della pandemia, riporta alla mente anche la trattativa fiume con la Juventus per la cessione di Federico Chiesa, altro motivo di tensioni vissute in passato fin dal primo viaggio in America della squadra, ma se per la fumata nera del rapporto con Vlahovic è bastato attendere l’ottobre scorso dopo che il serbo era stato trattenuto di fronte all’offerta dell’Atletico Madrid, è stato soprattutto con Gennaro Gattuso che la Fiorentina ha vissuto il suo giugno più infuocato.
Praticamente un anno fa, il 17 giugno dell’anno scorso, il club pubblicò infatti il comunicato ufficiale con il quale si separava dall’attuale tecnico del Valencia, poche righe per spiegare l’interruzione del rapporto dopo solo poche settimane dalla prima visita di Gattuso al centro sportivo. Una sorta di sliding door che ha segnato il cammino dei viola in positivo, almeno questo ha raccontato il campionato con il sensibile miglioramento in classifica dovuto all’arrivo dello stesso Italiano, ma che oggi sembra pericolosamente anticipare le nuove distanze che si sono create tra club e tecnico.
Tommaso Loreto