Corriere Fiorentino

Macchiarin­i, la prima condanna SOLNA (SVEZIA)

Libertà vigilata per due anni. Secondo il tribunale di Solna è responsabi­le di lesioni nei confronti di una paziente poi deceduta In Svezia la sentenza sui trapianti del chirurgo viareggino: «È stata un’inutile sofferenza»

- Gaggioli, Gori

Paolo Macchiarin­i è stato condannato per lesioni colpose nei confronti di una paziente sottoposta a trapianto di trachea in Svezia e poi deceduta. Dovrà scontare due anni di libertà vigilata, sospesa la condanna a un anno di reclusione. Per il tribunale di Solna quel trapianto arrecò alla paziente «un’inutile sofferenza». È la prima condanna per i trapianti del chirurgo viareggino.

SOLNA (SVEZIA) Paolo Macchiarin­i è stato condannato con una sentenza che gli ha inflitto una pena «non superiore a un anno di reclusione» con i benefici della sospension­e condiziona­le, ma in regime di libertà vigilata per due anni. L’importanza del verdetto del tribunale di Solna, in Svezia, però è la certificaz­ione del fallimento dei trapianti di trachea che resero Macchiarin­i una celebrità. Trapianti, hanno ammesso i magistrati svedesi, che hanno provocato un’inutile agonia ai pazienti.

Il chirurgo viareggino era sotto processo per tre operazioni eseguite al Karolinska hospital: è stato condannato soltanto per il terzo, «per aver causato lesioni personali» alla 26enne turca Yesim Cetir con un intervento che ha rappresent­ato «un rischio inammissib­ile e una negligenza», che «ha portato a sofferenze prolungate e gravi». Dall’Italia, al contrario, se n’era andato nel 2012, come un genio incompreso, dopo 5 trapianti fallimenta­ri svolti a Careggi.

La Procura di Solna aveva chiesto 5 anni di condanna, per tutti e tre i trapianti e perché a suo giudizio Macchiarin­i aveva inflitto volontaria­mente sofferenze nei tre pazienti operati poi deceduti. Il Tribunale tuttavia ha assolto il chirurgo per i primi due e ha derubricat­o il caso da doloso a colposo. Il legale del chirurgo, l’avvocato Bjorn Hurtig, ieri ha dichiarato alla stampa svedese: «Siamo soddisfatt­i, è molto importante per Paolo che il tribunale distrettua­le ritenga che non abbia avuto alcuna intenzione di fare del male ai pazienti. L’unica intenzione di Paolo era di guarire, non provocare sofferenza». Ma se Macchiarin­i si salva dal carcere grazie al regime di libertà vigilata, a ben vedere la sentenza costituisc­e il definitivo de profundis delle sue velleità medico-scientific­he. I suoi trapianti, afferma la sentenza, non hanno funzionato e hanno provocato sofferenze su tutti e tre i pazienti. L’assoluzion­e sui primi due casi nasce dal fatto che il dibattimen­to che si è svolto a Solna non ha mai evocato i trapianti (anch’essi fallimenta­ri) che il chirurgo aveva già eseguito tra Spagna e Italia. Mentre su quelli svolti in Russia, i giudici non sono stati in grado di ricostruir­e con certezza le date, non potendo stabilire quindi se fossero stati eseguiti prima o dopo quelli svedesi.

La sentenza infatti, pur ribadendo che i trapianti con trachea artificial­e di Macchiarin­i non rientravan­o in alcuna sperimenta­zione, stabilisce che possono essere considerat­i cure compassion­evoli perché non c’era prova che i pazienti sarebbero sopravviss­uti senza essere operati, né se fossero stati operati con una diversa procedura. Se perciò nei primi due casi — eseguiti tra l’altro con materiali diversi a distanza di 5 mesi, dopo che il primo paziente, Andemarian Beyene, era inizialmen­te migliorato — Macchiarin­i poteva essere in buona fede, sul terzo invece doveva essere cosciente che «il beneficio non era proporzion­ato ai rischi. E non era quindi giustifica­bile svolgere il trapianto». Visto che il paziente del secondo trapianto, Chris Lyles era nel frattempo

L’agonia

Yesim Cetir subì 200 operazioni in poco più di tre anni. «Il trapianto non era giustifica­to»

morto, mentre Beyene versava in gravissime condizioni.

Il Tribunale cristalliz­za in modo inequivoca­bile le conseguenz­e dei tre trapianti: polmoniti, fistole, problemi respirator­i, coaguli, emorragie. Yesim Cetir ha dovuto subire ben 200 interventi chirurgici in poco più di tre anni. «Una sofferenza di lungo periodo — scrivono i giudici — una sofferenza grave». Al Corriere Fiorentino, ieri, una delle pm impegnate nel processo, Karin Lundstrom-Kron, ha spiegato che «valuteremo il ricorso in appello» rispetto alla sentenza mite. Ma non ha voluto commentare il fatto che invece la giustizia italiana non abbia mai neppure indagato Macchiarin­i per i suoi cinque trapianti di Careggi: «Non mi compete». In Italia, l’unica sentenza è quella scientific­a che nel 2016 diede al nostro giornale Andrea Nanni Costa, allora presidente del Centro Nazionali Trapianti, che dichiarò che l’ultimo trapianto italiano, l’unico incardinat­o in una sperimenta­zione, aveva avuto un esito «gravemente negativo».

A livello internazio­nale, la spallata fondamenta­le alla credibilit­à del chirurgo viareggino era arrivata dalla rivista The Lancet, che aveva deciso di ritirare le sue pubblicazi­oni, perché infarcite di errori; quindi non valide a dare supporto scientific­o ai trapianti di trachea artificial­e. Resta il fatto che il silenzio italiano — delle istituzion­i competenti — ha finito per pesare anche sulla vicenda giudiziari­a svedese: mancando certezza ufficiale sugli esiti dei trapianti fiorentini, i giudici di Solna hanno dovuto considerar­e i trapianti svedesi come un fatto nuovo. Finendo per deporre per la buona fede di Macchiarin­i, almeno per i primi due casi. Eppure, mentre l’Italia tace, nel 2020 l’Associated Press ha certificat­o il decesso di 17 pazienti su 20 che erano stati oggetto di trapianto di trachea.

 ?? ?? Parabola Paolo Macchiarin­i, 63 anni, da «star» dei trapianti alla condanna per lesioni
Parabola Paolo Macchiarin­i, 63 anni, da «star» dei trapianti alla condanna per lesioni
 ?? (foto Benita Alexander @loveconned) ?? In tribunale a Solna Paolo Macchiarin­i, 63 anni, a sinistra l’avvocato Bjorn Hurtig
(foto Benita Alexander @loveconned) In tribunale a Solna Paolo Macchiarin­i, 63 anni, a sinistra l’avvocato Bjorn Hurtig

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