La nave rigassificatore in porto a settembre Ma Piombino prepara ricorsi e barricate
Obiettivo del governo farla entrare in funzione a primavera 2023 Primo vertice in Regione col commissario Giani, i sindaci e Snam
A settembre la nave rigassificatore potrebbe attraccare nel porto di Piombino per poi funzionare entro aprile 2023. Ma il sindaco Francesco Ferrari si prepara ad utilizzare «ogni strumento, tecnico, giuridico, procedurale», ricorsi al Tar compresi, per bloccare l’arrivo della nave di 293 metri. Il primo vertice convocato da Eugenio Giani come commissario del governo per il rigassificatore di Piombino si è chiuso con lo scontro tra il presidente della Regione e il sindaco Ferrari, entrambi pur usando toni istituzionali hanno ribadito la distanza incolmabile tra le rispettive posizioni.
Attorno al tavolo a Palazzo Strozzi Sacrati c’erano anche i tecnici di Snam, società incaricata dal Governo di gestire la partita dei rigassificatori in Toscana e in Emilia-Romagna, i sindaci di Follonica, Campiglia Marittima, Suvereto, San Vincenzo e l’Autorità Portuale. Il confronto che doveva finire alle 12 si è prolungato fino alle 13.30. Sul tavolo una cartina con la posizione della nave nel porto di Piombino, ancorata alla banchina che fu realizzata in vista dello smantellamento della Costa Concordia, le rassicurazioni di Snam sull’impatto ambientale dell’impianto e sulla sua sicurezza, un cronoprogramma di massima, ma soprattutto il confronto politico tra Giani e il territorio interessato dalla nave metaniera lunga 293 metri e larga 40, con una capacità annua di 5 miliardi di metri cubi di gas a fronte di un fabbisogno italiano di 31 miliardi di metri cubi.
«Entro 120 giorni noi dobbiamo raccogliere tutte quelle autorizzazioni che sono necessarie perché l’opera possa procedere, per rispettare i tempi messi dal decreto ministeriale — ha detto alla fine dell’incontro Giani — La nave rigassificatore non arriverà domani e non c’è l’ipotesi di una piattaforma off shore, su questo in Toscana c’è già Livorno e abbiamo già dato, ma è stato scelto il porto di Piombino per la sua banchina, costruita dalla Regione. Per il posizionamento e l’entrata in funzione è prevista da qui a un anno, ovvero fine aprile, inizio maggio dell’anno prossimo». Giani non ha nascosto l’ostilità del territorio, manifestata chiaramente anche ieri. «È evidente che mi pongo di fronte a una realtà di un territorio che è scettico, diffidente, molto refrattario, che è contrario, ma c’è un interesse nazionale che deve essere seguito. L’interesse nazionale mi porta ad avanzare al Governo un memorandum: il governo chiede questo sacrificio a Piombino e allora ci siano gli investimenti che da anni erano promessi, e non sono stati mai fatti. Le bonifiche, la strada 398, un polo di energie
Il governatore È evidente che mi pongo di fronte a un territorio scettico, contrario, ma c’è un interesse nazionale
rinnovabili. Ho voluto questo incontro per far sapere ai Comuni, passo passo i progetti di Snam, in spirito costruttivo». Tempi non brevi, nonostante le procedure semplificate, anche per un altro motivo. «Dalla nave partirà un tubo sotto terra lungo 8 km per arrivare alla rete di distribuzione del gas», ha spiegato il governatore-commissario.
Gli uomini di Snam non hanno rilasciato dichiarazioni, ma lo ha fatto il sindaco di Piombino, Francesco Ferrari, con accanto gli esponenti di FdI, il suo partito, che avevano convocato una conferenza stampa poi saltata per il ritardo del vertice. «Sono deluso e frustrato, Giani ci ha chiamato ma è evidente che la decisione era già stata presa, ancora una volta senza ascoltare la voce contraria del territorio. Invece di parlare se farlo a Piombino, si è parlato di come e quando farlo... — ha detto il primo cittadino — La nostra contrarietà è forte e non ci bastano le rassicurazioni che Snam ha dato. È forte perché un rigassificatore nel porto rappresenta un pericolo per la sicurezza nonché un danno economico, sociale, ambientale e turistico per una città che sta con fatica cercando di rialzarsi dalla crisi attraverso la diversificazione». E poi l’affondo: «Vigileremo sulla regolarità delle procedure, a tutela della città. Non diamo per scontato l’esito: le criticità sono molte e la voce del territorio deve avere un peso. Useremo strumenti tecnici, giuridici, ambientali, procedurali per proteggere la città e ci stiamo già rivolgendo ad esperti esterni. Abbiamo già richiesto al ministero tutti i documenti che hanno portato a scegliere Piombino, escludendo tutti gli altri porti italiani; non vorrei fosse stata una scelta a priori e discrezionale...».
Il sindaco Ferrari Useremo strumenti tecnici, giuridici, ambientali, procedurali per proteggere la città
Mauro Bonciani