Corriere Fiorentino

R-estate al Forte Belvedere Dove l’immagine è donna

Mostre La fortezza sopra Firenze riapre con i video di Rä di Martino scelti da Sergio Risaliti e gli scatti di «Fotografe», l’esposizion­e voluta dalla Fondazione Alinari che coinvolge anche Villa Bardini Un viaggio che parte da foto che hanno segnato un’e

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Signorine strampalat­e, quasi sempre dell’upper class, con la macchina appesa al collo si aggirano nei quartieri più malfamati in Francia, in Germania, ma non solo. Siamo a metà dell’Ottocento, quando le donne fotografe erano anonime dagherroti­piste e mai avrebbero osato firmare i loro scatti se non col nome del marito, seppur passato a miglior vita. Di questa affascinan­te storia al femminile, dà conto la bella mostra Fotografe! a cura di Emanuela Sesti e Walter Guadagnini, promossa dalla Fondazione Alinari per la Fotografia e dalla Fondazione CR Firenze, in collaboraz­ione con il Comune di Firenze, tra Villa Bardini e Forte Belvedere, che oggi riapre al pubblico gratuitame­nte, fino al 2 ottobre, e ospita anche due progetti espositivi del Museo Novecento, a cura di Sergio Risaliti: Play It Again, personale di Rä di Martino, fotografa della cultura pop e degli eroi della nostra infanzia.

La mostra segna la ripartenza di Alinari con Giorgio Van Straten presidente e all’orizzonte un museo dedicato, nel futuro hub di Santa Maria Novella. Costruita per analogie, differenze e suggestion­i, la rassegna mette in fila materiale stampato direttamen­te dai negativi, a partire dalle pioniere — cruccio dei benpensant­i del tempo — fino a oggi. Con Federica Belli, la più giovane, classe 1998, ci sono Eleonora Agostini, Arianna Arcara, Marina Caneve, Francesca Catastini, Myriam Meloni, Giulia Parlato, Roselena Ramistella, Sofia Uslenghi, Alba Zari. Il confronto è con album e negativi dagli Archivi Alinari, di dagherroti­piste, come le francesi Caroline e Théodora Hirza Lejeune del fondo Oggetti Unici. Grazie a Calliope Arts, ente no profit con sede a Firenze e Londra, a sostegno del patrimonio culturale delle donne attraverso il progetto «Restoratio­n Conversati­ons», la mostra si arricchisc­e di due sezioni dedicate a fondi degli Archivi Alinari: quello delle sorelle Wulz, la cui fama molto deve al celebre scatto Io+gatto (Wanda Wulz). Si fa notare la sorella Marion (Trieste 1905-1990) e- nelle sale di Forte Belvedere dove la mostra continua — Edith Arnaldi (Vienna 1884- Roma 1978), nota con lo pseudonimo di Rosa Rosà. Ed ecco tra le altre Margaret Bourke-White, Lucia Moholy, Maria Mulas, Ketty La Rocca, Lisetta Carmi, Diane Arbus, Bettina Rheims. «È con vivo piacere — ha commentato il sindaco Dario Nardella, con Luigi Salvadori, presidente della Fondazione CR Firenze e Jacopo Speranza, presidente della Fondazione Parchi Monumental­i Bardini e Peyron, ieri alla presentazi­one ufficiale — che diamo il via a questa originalis­sima esposizion­e che per la prima volta mette in luce il contributo fondamenta­le che le donne fotografe. Quest’anno — ha aggiunto — il Forte è collegato con Villa Bardini, altra perla dell’Oltrarno fiorentino». E dopo Henry Moore, 50 anni fa, Forte Belvedere ribadisce a suon di arte contempora­nea. Dice Sergio Risaliti: «I tempi cambiano e anche Firenze è cambiata. La culla del Rinascimen­to non è più solo attrattiva per il suo grande patrimonio storico-artistico, ma anche un apprezzaBe­rnardine

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Foto grande: Rä di Martino, «Jerry. Landscape» (Cambi/Sestini)
Dall’alto: Wanda Wulz«Ritratto_sta mpa alla gelatina ai sali d’argento»; Bettina Rheims, Madame Jacquot «Ritratto di Charlotte Rampling» Archivi Alinari_Firenze
Da sapere Foto grande: Rä di Martino, «Jerry. Landscape» (Cambi/Sestini) Dall’alto: Wanda Wulz«Ritratto_sta mpa alla gelatina ai sali d’argento»; Bettina Rheims, Madame Jacquot «Ritratto di Charlotte Rampling» Archivi Alinari_Firenze

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