Film Charlotte, Jane e quel cordone che non cede
Marco Luceri
Una madre, una figlia, una cinepresa e una vita di ricordi, emozioni, assenze, slanci creativi, parole non dette, sguardi irrelati. È tutto questo e tanto altro il bellissimo «Jane by Charlotte», film inclassificabile in cui Charlotte Gainsbourg, al suo debutto come regista, «racconta» Jane Birkin, in un viaggio nomade in giro per il mondo (Parigi, Tokyo, New York, la campagna francese), su e giù dal palco (le due donne sono entrambe musiciste e attrici). Il cinema e la fotografia diventano in questo caso un confronto serrato con lo spazio-tempo, un tentativo di acciuffare attraverso le immagini tutto ciò che sta tra i luoghi e la memoria, sulle tracce di una doppia vita in cui le esistenze (non solo loro) si intrecciano, si sovrappongono, senza però mai ricongiungersi. L’effetto che ne viene fuori è quello di un’intimità e di una sincerità che commuovono, divertono e lasciano il segno.
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