«Battaglia giusta, ma serve cautela. Poi c’è l’Europa...»
L’europarlamentare Danti: sugli affitti brevi distinguere tra attività famigliare e industriale
Nicola Danti, co-coordinatore toscano di Italia Viva, è parlamentare europeo, fa parte della Commissione per i trasporti e il turismo, e da tempo si occupa dei problemi causate dalla pressione turistica sulle città d’arte.
Onorevole Danti, la convince la proposta di legge presentata dal sindaco Nardella?
«Il tema della tutela e della gestione equilibrata dei centri storici e reale, comune a tutta Europa, ed esiste da tempo. In particolare, per tutte le città d’arte è un tema molto sensibile il capitolo degli airbnb e degli affitti brevi turistici e del loro effetto sulle città e sul tessuto sociale. In un convegno dove ho partecipato tempo fa, Barcellona ad esempio spiegò lo spopolamento del centro causato dagli affitti brevi e lo stesso fece Amsterdam».
Quindi appoggia Nardella? «Detto che condivido la sua battaglia e che fa bene a sollevare il tema della tutela della vivibilità dei centri storici, anche se per riportare la residenza servono servizi, parcheggi, meno limitazioni di mobilità, serve una normativa europea. La Ue ne sta dibattendo ed è in arrivo una direttiva che parla dello scambio dei dati tra piattaforme ed amministrazioni per il pagamento di tasse, per conoscere i flussi turistici. Non tocca però il tema cruciale cioè la distinzione tra affitti brevi di carattere familiare e attività “industriale”».
Perché è un tema centrale? «Le faccio un solo esempio. Ero a Firenze e mi hanno fatto vedere un intero palazzo dove c’erano decine di appartamenti per affitti brevi e al piano terreno si serviva la colazione.. In pratica un hotel che però non paga le tasse, magari non assume, non rispetta le norme. Per questo è essenziale una normativa europea che diversifichi la famiglia che affitta una casa come integrazione del reddito e chi ne fa una attività professionale. Su questo la proposta di Nardella mi pare debole».
Cosa non la convince?
«Detto che forse è in contrasto con le normative dell’Unione Europea, rischia di essere discriminatoria su zone diverse e su appartamenti diversi, quando invece uno della propria casa può fare ciò che crede. Ed appunto è carente per la definizione di affitto breve industriale».
È d’accordo con la parte della legge che reintroduce una pianificazione per il commercio?
«Sarei molto cauto. Capisco che ci possono essere provvedimenti emergenziali delle amministrazioni locali per eliminare storture o squilibri in aree particolari, in zone magari difficili, ma da qui a reintrodurre distanze minime, pianificazione, licenza per aprire un’attività, ce ne corre e starei molto attento. Anche perché è così che si creano davvero le posizioni di rendita, basta pensare alle licenze dei taxi. Sono contrario a norme che blocchino il sistema economico e l’iniziativa privata».
Non mi convincono le limitazioni previste sul commercio Sono contrario a norme che bloccano l’iniziativa privata