Tradì la moglie con la cognata, la Cassazione: «Revocare tutte le donazioni»
Attenti mariti dongiovanni: tradire la moglie con la cognata nel contesto di un’azienda di famiglia costituisce «ingiuria grave» e può portare alla revoca «per ingratitudine» di tutte le donazioni di denaro e immobili fatte dalla moglie. Così ha stabilito la Cassazione, confermando la sentenza di primo grado e poi della Corte d’appello di Firenze e respingendo il ricorso dell’uomo. Al coniuge non era andata giù la revoca delle donazioni fatte in passato dalla moglie e ne chiedeva la restituzione sostenendo che il suo matrimonio era già in crisi quando aveva iniziato la relazione che, comunque, «era stata intessuta con modalità tali da essere mantenuta segreta». Tesi non condivisa dalla Suprema Corte, che ha riconosciuto la «gravità» dell’offesa «all’onore patita» dalla moglie tradita, rilevando nel marito infedele «un atteggiamento di non noncuranza e di assenza di rispetto nei confronti della dignità della moglie». La coppia si è poi separata, e al marito che aveva iniziato a lavorare nell’azienda della moglie da «nullatenente» non sono rimasti né proprietà né denaro di quanto la moglie gli aveva donato.