La banda di pusher con il reddito di cittadinanza
Pistoia, indagine della Guardia di Finanza su 3.300 posizioni: cinquanta denunciati
PISTOIA C’è di tutto nell’inchiesta del Nucleo di polizia economica della Finanza pistoiese. Tra le 50 persone denunciate per aver indebitamente percepito il «reddito di cittadinanza» — per un importo complessivo pari a 406.553 euro — ci sono ad esempio anche gran parte dei membri di una banda di spacciatori e un soggetto sotto misure cautelari per i reati connessi allo sfruttamento della prostituzione minorile nonché alla tratta e commercio di schiavi.
L’indagine, coordinata dal procuratore capo Tommaso Coletta, è iniziata mesi fa ha verificato la regolarità dei requisiti dei richiedenti: le Fiamme Gialle hanno vagliate in particolare le 3.300 autodichiarazioni in anni che vanno dal 2019 fino a oggi.
Tra i denunciati c’era chi ha omesso di dichiarare, sia in fase di presentazione della domanda, sia durante la percezione del beneficio, di essere destinatario di misure cautelari o di avere nel proprio nucleo familiare un componente sottoposto a misura cautelare. Ma c’è anche chi ha aveva ingannato il giudice con una falsa dichiarazione mentre era sottoposto a misure cautelari. Una famiglia, invece, sfruttando alcune criticità nelle procedure anagrafiche dei comuni di nascita e residenza, è riuscito ad ottenere due volte il reddito di cittadinanza per le stesse persone, e anche due famiglie, per un totale di sette persone, che hanno percepito quasi 30.000 euro cadauno.
La notizia ha scatenato commenti politici. Il deputato di Forza Italia e vice presidente della Camera dei Deputati Andrea Mandelli dice: «La pandemia, la crisi bellica e il vertiginoso aumento dei prezzi impongono una seria politica di sostegno al reddito per i cittadini in difficoltà. Forza Italia è la prima a sostenerlo. Ma di fronte agli enormi sprechi del reddito di cittadinanza, non possiamo e non vogliamo girarci dall’altra parte».