Livorno, addio promozione E il club cambia tutto
LIVORNO Ripartire. Sì, ma come? Spetterà al presidente Paolo Toccafondi dettare la linea e spiegare i perché di un fallimento sportivo in una conferenza stampa programmata per oggi alle 17 al Picchi. E quando lo farà, saranno trascorsi quasi due giorni dalla mancata promozione in serie D del Livorno. Un tempo insufficiente per metabolizzare la sconfitta ai rigori contro il Pomezia nel ritorno della finale playoff di Eccellenza. Nemmeno la prospettiva di un ripescaggio per il «caso Figline» — si dovrà stabilire se il club valdarnese ha commesso un illecito nella gara contro il Tau (con tre gol incassati nel finale) come sospettano il Livorno e la formazione di Altopascio, che hanno presentato un esposto — serve a rincuorare i supporter amaranto, pervasi da delusione, rabbia e tutto ciò che sta nel mezzo. Stati d’animo palesati già domenica a Pomezia (dove era presente anche Cristiano Lucarelli, tecnico della Ternana), con i giocatori contestati e «costretti» a togliersi le maglie poiché non ritenuti degni di indossarle. L’ultima gara della stagione è il manifesto di una post-season pessima del Livorno, per gioco e risultati, con appena una vittoria (nell’andata della finale, con un rigore al 96’) in 8 partite tra triangolare regionale e playoff nazionali dopo aver invece chiuso il girone con 10 punti di vantaggio sulle seconde. Hanno deluso tutti: i grandi ex di ritorno (Vantaggiato e Torromino in primis), i giovani (non certo i migliori della categoria, ma era prevedibile per una società fondata ad agosto) e il tecnico Angelini (subentrato a marzo al dimissionario Buglio). Oggi Toccafondi romperà il silenzio che lui stesso ha imposto domenica a Pomezia, mettendoci la faccia. Come ogni volta in cui le cose sono andate male.