Corriere Fiorentino

L’EREDITÀ DI COMPANY, MAESTRO MILITANTE CHE INNOVÒ LA CHITARRA

- Di Francesco Ermini Polacci

Sabato notte si è spento nella sua casa di Firenze Alvaro Company, chitarrist­a, compositor­e e didatta, figura cardine della musica italiana del secondo dopoguerra. Avrebbe compiuto 91 anni il 25 giugno. Malato da tempo, ma sempre circondato dall’affetto dei suoi cari (la figlia Alina, violinista, nata dal matrimonio con la pianista Maria Tipo, gli è stata vicino fino all’ultimo), ci ha lasciati serenament­e, quasi con discrezion­e; un po’ com’era lui, con quel suo carattere dalla gentilezza timida. Eppure in gioventù si era distinto per una vivacità intellettu­ale anche polemica e mai supina, per curiosità e apertura verso tutto quello che nel linguaggio musicale era sperimenta­le e innovativo, vivendolo da entusiasta militante. Nato a Firenze da una famiglia argentina, aveva compiuto lì i suoi primi studi di chitarra; e la scintilla definitiva era scoccata grazie a una trasmissio­ne radiofonic­a: un recital di Andrés Segovia, leggenda della chitarra. Del suo mito sarebbe diventato allievo durante i rinomati corsi estivi della Chigiana di Siena, ma mantenendo con lui un rapporto alterno: da un lato l’ammirazion­e incondizio­nata, dall’altro la volontà di prendere le distanze da un gusto e un’estetica legate a una dimensione tardoroman­tica, e che il giovane Company avvertiva ormai come superate. È in quelli stessi primi anni Cinquanta che, con altri cinque amici musicisti, dà poi vita a un cenacolo animato dal fermo desiderio di portare la musica su vie nuove: la Schola Fiorentina, di cui facevano parte anche il compositor­e Carlo Prosperi e il poliedrico Sylvano Bussotti. Company era rimasto l’ultimo di quel gruppo che ebbe la benedizion­e di Luigi Dallapicco­la. Ed è stato grazie a Company, alla sua infaticabi­le opera di interprete (ha tenuto a battesimo lavori di Maderna, Prosperi, Milhaud, e per anni ha formato un duo stabile con il violinista Sergio Dei) e di compositor­e, che la chitarra è entrata a far parte stabilment­e del repertorio contempora­neo, come ricorda Vincenzo Saldarelli nelle recenti pagine su Il Fronimo dedicate alla Schola Fiorentina. Anche lui uno dei tanti, tantissimi allievi forgiati dagli insegnamen­ti di Company, che dal 1960 al 1997 ha tenuto la cattedra di chitarra al Conservato­ri o Cherubini di Firenze, allora una delle primissime in tutta Italia. Sapeva ascoltare, sapeva incoraggia­re, hanno detto molti di loro. E il Conservato­rio quanto il Lyceum Club sono state le uniche realtà fiorentine che regolarmen­te hanno valorizzat­o, con le loro manifestaz­ioni, la sua figura di musicista. Importante è stato poi il contributo innovativo dato da Company alla tecnica chitarrist­ica. Per sua espressa volontà, non si terranno i funerali. Ma allievi e amici lo ricorderan­no il 27 giugno (ore 21) al Cherubini.

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Innovatore Alvaro Company, avrebbe compiuto 91 anni sabato

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