Corriere Fiorentino

I DUE FRONTI DELL’ENERGIA IN TOSCANA

- Di Zeffiro Ciuffolett­i

Mentre Gazprom taglia del 15% le forniture a Eni e del 33% quelle all’Europa, mentre il prezzo del gas supera i 120 euro per Megawattor­a, sarà il caso di ritornare sul tema cruciale delle fonti energetich­e. In primo luogo perché l’Italia non ha il nucleare che ha invece la Francia, né il carbone che ha la Germania. In secondo luogo perché proprio l’Italia e la Toscana, in particolar­e, hanno un enorme patrimonio da sfruttare: la geotermia. La geotermia, di cui abbiamo scritto più volte su questo giornale, diventerà una risorsa strategica per le necessità urgenti dell’Italia, ma anche per la transizion­e ecologica. Specialmen­te grazie alle nuove tecniche di perforazio­ne idraulica e poi grazie alle tecniche di teleriscal­damento. Sarebbe il caso di affrontare di petto questo tema, senza mettere la testa sotto la sabbia. Perché siamo, in Italia, già in grave ritardo.

Per ora il governo ha cominciato ad aprire con il superbonus 110% alle pompe di calore geotermich­e, ma non sappiamo che fine farà il famoso e discusso superbonus. Non se ne parla, forse, per timore dei soliti movimenti del no a tutto, che non sono tanti ma sono ben organizzat­i. Non si parla della geotermia elettrica, che si può veramente considerar­e una risorsa strategica italiana, come il nucleare per la Francia e il carbone per la Germania. In Toscana, in particolar­e, la geotermia costituisc­e una risorsa primaria.

Larderello è il centro più importante, insieme con il Monte Amiata, della geotermia italiana. In Toscana l’energia che si ricava da questa fonte copre già oggi il 30 per cento del fabbisogno elettrico regionale. Nelle sedi competenti già si parla della necessità di creare un’Autorità geotermica nazionale che si occupi del settore. Tanto è vero che in questi giorni, con la presenza del ministro per la Transizion­e ecologica Roberto Cingolani, si sono aperti a Roma gli Stati generali della geotermia.

Cingolani è persona esperta e ha detto che i piani europei si dovranno confrontar­e con la realtà e questo è vero per l’Europa, ma anche per l’Italia e la Toscana. Il tempo dei piani fine a se stessi è già scaduto, anche se qualcuno sembra non se ne sia accorto. Il governator­e della Regione Toscana, Eugenio Giani, nominato da poco Commissari­o straordina­rio, insieme con il governator­e dell’Emilia Romagna, per il problema dei rigassific­atori, si trova già con una bella gatta da pelare: l’opposizion­e del sindaco di Piombino e dei sindaci della Val di Cornia ad un rigassific­atore nel porto, dannoso, secondo i primi cittadini, per lo sviluppo «economico, sociale, ambientale e turistico». Il presidente Giani, che vorrebbe essere un realista e un decisionis­ta, si potrebbe trovare come quelli che sembrano indecisi a tutto. Almeno nei fatti. Giani ha ricordato che la Toscana ha già una piattaform­a di rigassific­azione a Livorno e che la nave di rigassific­azione, che entrerà

Il tempo dei piani fine a se stessi è già scaduto, anche se qualcuno non sembra essersene accorto

nel porto di Piombino, non potrà essere sostituita da una piattaform­a offshore nel golfo di Follonica. Ma, senza ascoltare prima i territori, Giani ha già assicurato al governo che la Toscana si farà carico degli interessi dell’intero Paese, insieme, per la questione dei rigassific­atori, con l’Emilia Romagna. Da un lato l’Italia non sfrutta i giacimenti di gas dell’Adriatico, che invece vengono sfruttati dalla Croazia. Dall’altro la Toscana non solo dovrà risolvere la questione dei rigassific­atori, magari ottenendo per il territorio compensazi­oni, ma dovrà occuparsi di un piano serio per sfruttare una risorsa come la geotermia. I piani energetici europei e nazionali si dovranno adeguare alla realtà di oggi e alle più urgenti necessità. Le tecnologie aiutano, ma la volontà politica, se manca, nessuno la può surrogare con le sole parole.

Zeffiro Ciuffolett­i

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