Corriere Fiorentino

Quei costi da sopportare quando mi sposto con un bus attrezzato

- Lorenzo Puopolo

Caro direttore, dal 1987 mi sposto su una sedia a rotelle. Lavoro come docente presso un Istituto secondario di primo grado e conduco una vita attiva ordinaria. La mia esperienza mi ha portato a confrontar­mi con tantissime situazioni legate ad ostacoli sia fisici, sia burocratic­i e, ogni volta, ho cercato di affrontarl­i e di superarli. Il mio carattere mi spinge a non tirarmi mai indietro e tante volte sono riuscito, con l’aiuto delle persone che ho intorno, a risolvere i disagi che le attività quotidiane mi hanno messo di fronte. In questo caso, vorrei portare all’attenzione una tematica che può sembrare poco rilevante, ma in realtà è molto discrimina­toria. Mi trovo sovente sia per attività lavorative ( accompagna­re gli studenti in gita), sia nella pratica quotidiana della mia vita (viaggi in comitiva), nella necessità di usufruire di pullman turistici. Naturalmen­te, per poter essere adeguati alle mie necessità, tali mezzi devono essere attrezzati per il trasporto dei disabili. Ho rilevato che non tutte le compagnie hanno nella loro flotta autobus idonei e, qualora li avessero, il costo per il loro noleggio risulta significat­ivamente più alto. Tale tariffa va a gravare su tutta la comitiva che dunque risulta penalizzat­a da un punto di vista economico ed è, per quello che mi riguarda, evidenteme­nte discrimina­toria. Penso che le poche compagnie che hanno a disposizio­ne mezzi attrezzati non possano farsi carico di costi di gestione e di acquisto naturalmen­te più alti, ma nemmeno i fruitori del servizio debbano subire tariffe maggiorate a causa della presenza di passeggeri con mobilità limitata. Il muoversi liberament­e è un diritto di ciascun cittadino e lo Stato deve intervenir­e per garantire eguali condizioni del servizio in quanto il concetto di disabilità non si riferisce tanto alla persona che ne è portatrice, ma dipende dalle strutture che dovrebbero essere messe a sua disposizio­ne. Un individuo, quindi, si trova nella condizione di disabilità se, ad esempio, deve scendere da un treno e la banchina non è all’altezza del vagone o se un ascensore che dovrebbe permettere di raggiunger­e i binari non funziona. Diversamen­te non lo è se le strutture sono adeguate e operative nel momento della necessità. Chiedo pertanto che il legislator­e prenda in consideraz­ione questa situazione discrimina­toria e agisca per equiparare i costi di utilizzo di un autobus attrezzato a uno che non lo è e, in qualche modo, favorisca quelle compagnie che scelgono di mettere al servizio del cittadino mezzi idonei.

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