Corriere Fiorentino

Pronto soccorso, ultimatum dei medici «Siamo pronti alle dimissioni in blocco»

Montepulci­ano, il caso della lettera inviata al primario

- Giulio Gori

MONTEPULCI­ANO (SIENA) Otto medici del pronto soccorso dell’ospedale di Nottola-Montepulci­ano scrivono una lettera al loro primario per minacciare le dimissioni, in blocco. Gli otto segnalano che l’organico è molto carente e per questo sono costretti a farsi carico di troppi pazienti, a fare turni massacrant­i e straordina­ri, a mettere a rischio le ferie programmat­e. Si tratta della punta dell’iceberg di un problema che riguarda tutti i pronto soccorso toscani, a corto di personale, per mancanza di specialist­i dell’emergenza urgenza. I sindacati: «Servono contratti seri per gli specializz­andi».

MONTEPULCI­ANO (SIENA) I medici del pronto soccorso non ce la fanno più. E scrivono una lettera al primario minacciand­o di dimettersi in blocco, tutti quanti. Perché all’ospedale di Nottola, nel Comune di Montepulci­ano, tra straordina­ri, doppi turni, ferie che saltano e i tanti pazienti da trattare, gli specialist­i dell’emergenza urgenza sono arrivati allo stremo delle forze. Per assicurare la copertura dei turni dovrebbero essere in 12; tenuto conto del rischio di malattie, di infortuni, ci sarebbe bisogno di un medico o due in più in organico: 13 o 14, quindi. Invece a lavorare sono solo in 8, aiutati talvolta da un medico del 118 che si presta in caso di necessità. Neppure la recente riforma della Regione, che dirotta medici di medicina interna e di geriatria nei pronto soccorso, alla Nottola ha effetti stabili e garantisce la copertura piena dei turni, perché le carenze di organico sono in molti reparti. La coperta è corta. E il pronto soccorso è l’anello più debole.

Così, gli otto hanno scritto al primario Paolo Francescon­i, mettendo nero su bianco la clamorosa minaccia. Il rischio, se portassero avanti il proprio proposito, non sarebbe la chiusura del pronto soccorso, che per legge deve restare aperto. Ma di fronte a una defezione collettiva, in teoria, potrebbe persino dover intervenir­e il Prefetto per garantire l’assistenza ai pazienti.

«Fanno sul serio? Altroché — assicurano i rumors all’ospedale, riferiment­o per la Valdichian­a — Chi glielo fa fare di restare? Se vanno in Emilia Romagna a lavorare per un’agenzia di somministr­azione lavoro con tre turni di notte alla settimana, a 90 euro l’ora, prendono la stessa cifra che guadagnano qua per stare praticamen­te sempre in ospedale».

«Il malessere che c’è nei pronto soccorso, in particolar­e in quello dell’ospedale della Valdichian­a, è evidente da molto tempo ormai — spiega Carlo Palermo, segretario nazionale di Anaao, il principale sindacato dei medici ospedialie­ri — La carenza di organico provoca un aggravamen­to molto pesante dei carichi di lavoro, tanto più d’estate. E chiamare medici da altri reparti non è la soluzione, non solo perché si abbassa la qualità delle cure. Ma anche perché se un medico non può stare nel suo reparto, non potrà ricoverare un paziente. E quel paziente resterà in pronto soccorso in attesa di un posto letto. È il fenomeno del boarding, che rappresent­a una delle principali criticità per un pronto soccorso e finisce per recare un danno ai pazienti, costretti a restare a lungo in giacigli insicuri».

Secondo Palermo, in attesa che tra 4-5 anni arrivi alla fine della formazione una nuova ondata di specializz­andi, nel frattempo «non c’è una soluzione che risolva tutto con un colpo di bacchetta magica. Ma bisogna ingaggiare gli studenti degli ultimi anni delle specializz­azioni, offrendo però loro contratti seri. E dando ai medici di pronto soccorso maggiori indennità e più ferie in virtù del lavoro disagiato».

Il segretario nazionale di Anaao dà però anche una stoccata a quelle aziende sanitarie che reclutano medici tramite agenzie: «Dovrebbero essere illegali, non c’è controllo sulla formazione dei medici».

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