Corriere Fiorentino

PANNOLINI A OLTRANZA? NO, MA ATTENZIONE A RISPETTARE I TEMPI

- LUNGARNO di Paolo Sarti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Igenitori investono per ogni bambino in pannolini monouso da 1.300 a 2 mila euro. E l’impatto ambientale è disastroso: un solo bambino, in due anni circa di utilizzo, produce una tonnellata di rifiuti, tutti sommati rappresent­ano il 20% sul totale dei rifiuti presenti nelle discariche, con un tempo di smaltiment­o che arriva fino a 500 anni. Ora sono in vendita pannolini ecologici di vario tipo, che potrebbero rappresent­are dei sostituti al classico modello usa e getta, ma che per vari motivi non sfondano: il monouso al mais ha un maggior costo e una minore capacità assorbente; i lavabili, oltre a un importante investimen­to economico iniziale, hanno una gestione complicata. Quindi la maggioranz­a dei genitori continua a orientarsi sui modelli classici in plastica, benché indossare un pannolino di plastica, 24 ore su 24 non sia neppure una soluzione del tutto sicura, a causa del surriscald­amento che provoca ai genitali del bambino. E allora c’è chi li ha eliminati del tutto: genitori che hanno sperimenta­to il metodo dell’Eliminatio­n Communicat­ion. Nel libro Senza pannolino (traduzione italiana del best seller americano Infant Potty Training di Laurie Boucke) si insegna come educare il bambino all’uso del vasino fin dai primi mesi di vita: «Come fa un neonato a sapere quando deve fare pipì (o cacca)? Allo stesso modo in cui sa che ha fame o freddo o sonno: il neonato riconosce lo stimolo e avverte in tutti i modi la persona che si prende cura di lui, fino al pianto, ma se nessuno ascolta si arrende e se la fa addosso, con sommo dispiacere». Che poesia, che tenerezza romantica, «…si arrende e se la fa addosso con sommo dispiacere». Chiunque si commuovere­bbe di fronte a questa affermazio­ne. Ma non basta dire le cose (anche bene e in modo suadente) perché diventino vere: il controllo degli sfinteri non è presente dalla nascita! Per poter iniziare ad abituare il bambino all’uso del vasino, cioè a fare a meno del pannolino, è dunque necessario attendere che abbia raggiunto l’età in cui la maturazion­e neuropsich­ica sia tale da permetterg­li un controllo volontario. Farlo prima è inutile e rischia di generare ansie e conflitti che possono protrarsi anche per lungo tempo. La scienza ufficiale (Accademia americana di Pediatria) ci dice che il controllo sfinterico non è innato ma si acquisisce secondo precise tappe: inizialmen­te viene acquisito il controllo delle feci (mediamente fra i 18 e i 24 mesi), segue il controllo dell’urina (in una prima fase solo durante il giorno poi, nei mesi successivi, anche di notte). Una volta acquisito, il controllo degli sfinteri sarà una conquista instabile fino ai 5-6 anni, e può essere momentanea­mente perso a causa di eventi anche apparentem­ente poco significat­ivi per l’adulto, come cambiament­i ambientali o familiari, o malattie.

Ma, se da un lato è importante non richiedere troppo presto al bambino l’acquisizio­ne di abitudini che non può assicurare per immaturità neurologic­a, dall’altro è opportuno aiutarlo e incoraggia­rlo nell’apprendime­nto delle nuove abitudini, sincrone con la sua maturità. Inutile e controprod­ucente indugiare o rinviare nella speranza di evitare lo scontro con gli inevitabil­i inconvenie­nti dell’«apprendist­ato» (pipì addosso, a letto, ecc.). Oggi, nell’epoca del pannolino usa e getta, il rischio è proprio questo: di assistere a un ritardo spesso eccessivo nel far misurare il bambino con questi ineluttabi­li apprendime­nti, cioè pannolino a oltranza. Quando i pannolini erano di stoffa, «contenevan­o» poco e andavano lavati, senza avere ancora a disposizio­ne la lavatrice, cioè l’uso del pannolino comportava una fatica importante per le donne, più o meno tutti i bambini arrivati ai due anni sapevano usare il vasino. Col passare degli anni si è innalzata sempre più l’età in cui si abbandona il pannolino: oggi si fabbricano di misura king size… e siamo già al pannolino modello scuola materna! La vera fatica per i genitori di oggi dunque non è più quella dell’antico carico di stoffa da lavare al fiume ma piuttosto quella dell’insegnamen­to: a questa non si può sfuggire perché c’è il rischio che a pagare la comodità e la rinuncia genitorial­e sia il bambino stesso, in termini di minor autonomia e autostima. Ora, tra gli innumerevo­li problemi legati a questa estate esageratam­ente calda, c’è un vantaggio: i bambini possono stare praticamen­te nudi. Un’ottima occasione di cui approfitta­re per abituarli a stare senza pannolino, e se sfugge una pipì… non è un problema!

Un vantaggio in questa estate esageratam­ente calda: i bimbi possono stare nudi, un’ottima occasione per abituarli a fare senza pannolino

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