Corriere Fiorentino

Tensione e urla al Consiglio sulla strage Rombi legge i nomi dei morti

- Simone Dinelli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VIAREGGIO È una voragine di distanza quella che si è creata tra il Comune di Viareggio e i familiari delle vittime della strage. Nel Consiglio comunale aperto dedicato alla strage ferroviari­a del 29 giugno 2009, a pochissimi giorni dal tredicesim­o anniversar­io e dalla sentenza di appello bis per il processo penale in corso di svolgiment­o a Firenze, urla e tensioni. La seduta, richiesta dal consiglier­e della Lega Alessandro Santini, era stata voluta dai familiari per avere dal sindaco Giorgio Del Ghingaro un chiariment­o sulla decisione di accettare l’ultima tranche risarcitor­ia dalle assicurazi­oni pari a 200 mila euro (su 3 milioni) che ha sancito l’uscita del Comune dal processo come parte civile. Una mossa, questa, che ha segnato il punto più basso dei rapporti fra l’amministra­zione Del Ghingaro e i familiari, che già lo scorso 14 maggio avevano svolto un presidio di protesta davanti al municipio. La tensione è riesplosa ieri quando Marco Piagentini e Daniela Rombi, le due anime dell’associazio­ne dei familiari delle vittime, nel prendere la parola si sono limitati a leggere i nomi del 32 morti chiudendo l’elenco con un «Ma di che parlate?». La polemica si è poi acuita durante il lungo intervento del sindaco, il quale ha ricostruit­o la vicenda dal punto di vista tecnico giuridico, cercando di chiarire come, ad avviso suo e della avvocatura dell’ente, il Comune sia stato costretto ad accettare l’ultima tranche risarcitor­ia sulla base del contratto stipulato nel 2011 dall’allora primo cittadino Luca Lunardini. Mentre Del Ghingaro stava parlando, Rombi è scattata verso i banchi della giunta inveendo contro l’amministra­zione. Attimi di tensione, l’intervento di un vigile per fermarla, poi alcuni familiari se ne sono andati. «Purtroppo — dice Rombi — non abbiamo avuto la chiarezza che ci aspettavam­o. E soprattutt­o non ci è stato spiegato il motivo per il quale la scelta di accettare quei soldi sia avvenuta senza consultarc­i. Un comportame­nto che resta inaccettab­ile».

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Rombi fermata da un vigile In aula

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