Dall’Etiopia cereale senza glutine, però tossico
Sequestrate in porto a Livorno 22 tonnellate destinate a un’azienda marchigiana
LIVORNO Dall’Etiopia all’Italia. La nave aveva divorato decine di miglia per approdare con il carico di cereali destinato a un’azienda marchigiana per la preparazione di pane per celiaci. Ma al porto di Livorno ha subito un brusco stop: 22 tonnellate di teff, del valore di 220 mila euro, sono risultate inquinati da pesticida e sequestrate. Nei guai è finito il titolare dell’azienda marchigiana che ha importato il cereale, un quarantenne di Ancona per il quale è scattata la denuncia per detenzione di sostanze alimentari nocive. È il bilancio dell’operazione «Pane sano» coordinata dalla Procura di Livorno e conco dotta dal reparto antifrode dell’ufficio delle Dogane e dalla Guardia di finanza. La crisi del grano, provocata dalla guerra in Ucraina, sta incrementando i controlli sui prodotti agroalimentari in arrivo di Livorno. Il teff è un cereale privo di glutine e ricco di proteine, originario dell’Etiopia e dell’Eritrea, che per il suo basso indice glicemiè prezioso per celiaci e diabetici. Ma per altri può essere fonte di illecito guadagno.
«Attenzione, arriveranno in Italia partite di grano tossico». È iniziata con una segnalazione l’indagine della guardia di finanza di Livorno. L’ufficio della Dogana, attraverso le banche dati, è riuscito a verificare i prodotti in arrivo e le aziende italiane importatrici e così gli investigatori sono risaliti alla ditta marchigiana, che avrebbe acquistato il cereale a un prezzo appena sotto soglia di mercato. Poi, a inizio giugno, al momento dell’attracco al porto toscano le fiamme gialle hanno bloccato la nave e messo in sicurezza il container con i 100 sacchi di cereale sospetto. Dai risultati delle analisi commissionate dalla Procura il cereale è risultato trattato con propiconazolo, un pesticida vietato definitivamente dalla normativa europea dal 2019, ed è scattato il sequestro. La guardia di finanza ha poi perquisito l’azienda e scoperto, grazie anche a uno scambio di mail coi fornitori africani, che negli ultimi mesi del 2021 la ditta aveva acquistato un altro carico del cereale. Sempre «tossico»? Non si sa. E non sarà più possibile accertarlo.
Valentina Marotta