Sciopero aeroporti, decine di voli cancellati in Toscana
Sia a Pisa che Firenze fortissimi disagi per il doppio sciopero dei dipendenti e delle compagnie low cost
Lo sciopero del personale di compagnie aeree e aeroporti ha provocato ieri la cancellazione di 32 voli tra il Galilei di Pisa e il Vespucci di Firenze. Centinaia i passeggeri italiani e stranieri rimasti a terra, ma ore di ritardi anche per molti viaggiatori che sono riusciti a partire. E il braccio di ferro tra sindacati Ryanair, Easyjet e Toscana Aeroporti non è finito.
PISA Due coppie di ragazzi polacchi mostrano la loro «stanza»: due file di sedie e bagagli tutt’intorno. L’aeroporto Galilei di Pisa diventa una sistemazione improvvisata dove trascorrere la notte (tra venerdì e ieri) ed il giorno successivo nella speranza che il volo per Cracovia parta, prima o poi. Nei volti segnati dalla stanchezza c’è margine per qualche sorriso abbozzato. E vista la situazione, non è scontato né banale.
Il loro calvario è quello di altre decine e decine di passeggeri che desiderano solo tornare a casa. È la prevedibile conseguenza del sabato nero per il trasporto aereo. Internazionale, con lo sciopero delle compagnie lowcost (Ryanair e EasyJet in primis) e locale, con quello dei dipendenti di Toscana Aeroporti e della relativa Handling che hanno incrociato le braccia dalle 11 alle 15: la mobilitazione generale ha comportato una trentina di cancellazioni tra Firenze (almeno 24 tra partenze e arrivi) e Pisa (8) oltre a una coda di ritardi, stimabili in ore più che in minuti. A causa dello sciopero il traffico aereo si è intensificato al punto tale che a diversi aerei già sulla pista (e coi passeggeri a bordo) è stata negata l’autorizzazione al decollo, prolungando così un’attesa estenuante. Ancor più logorante l’esperienza di chi, la sera prima, doveva andare a Cracovia. «Il nostro volo era programmato per le 22.35 di venerdì — racconta Krzysztof in inglese assieme agli altri tre compagni di viaggio polacchi — e invece ci hanno fatto salire attorno all’1. Siamo rimasti a bordo per circa un’ora, poi ci è stato comunicato che a causa delle condizioni meteo avverse non era possibile partire. Ma non potevamo scendere, perché mancavano le rampe». Una volta tornati in aeroporto, i passeggeri sono stati lasciati al proprio destino. «Abbiamo dovuto dormire lì — aggiungono Kamil e Magdalena —. Ci hanno dato un paio di voucher a testa per mangiare e bere, nient’altro. Soltanto all’alba, dall’altoparlante è partito un messaggio con cui si annunciava che il volo era stato riprogrammato per il pomeriggio».
Una rassicurazione non certo sufficiente per fugare la preoccupazione. I racconti dei passeggeri si mescolano, tra chi lamenta l’assenza di aria condizionata sull’aereo nell’attesa di partire e di comunicazione. «Non abbiamo ricevuto alcun avviso nei giorni precedenti riguardo a una possibile cancellazione — lamentano —. E anche oggi (ieri, ndr) nessuno ci ha dato informazioni. È subentrata un po’ di angoscia, perché non riuscivamo a capire come poter rientrare in Polonia».
E mentre all’interno del Galilei si consumava l’attesa per imbarcarsi, all’esterno le rappresentanze sindacali (Cgil, Cisl, Uil e Ugl) dei lavoratori dello scalo pisano di Toscana Aeroporti e della headling (gli addetti sono complessivamente oltre 700, comprendendo anche Firenze) davano vita a un presidio per rimarcare la necessità «di aprire, a fronte della prevedibile ripresa estiva, un tavolo con l’azienda per rendere più stabile la posizione dei dipendenti, soggetti a carichi di lavoro estenuanti, con ripercussioni sulla sicurezza. Loro e dei passeggeri».
«Poche informazioni e assistenza scarsa: solo un paio di voucher per mangiare»