Le federazioni Pd indicano i candidati Ci sono Gianassi e Marcucci, non Lotti
Le liste consegnate a Bonafè, l’ultima parola sarà di Letta. Decisione «romana» per l’ex ministro?
L’incognita della volontà di Enrico Letta, lo strano messaggio di Empoli al deputato uscente Luca Lotti, il rebus delle candidate donne. Non si sa dove e come, ma si comincia a sapere chi. Le federazioni territoriali del Pd toscano inviano in queste ore alla spicciolata le loro designazioni per le candidature alle prossime elezioni politiche alla segretaria regionale Simona Bonafè, che nel fine settimana farà le sue valutazioni e le invierà al Nazareno lunedì. Ma «alla fine decide Letta», spiegano i maggiorenti dem, smorzando gli effetti di eventuali bocciature dovute al gioco delle correnti e all’incognita delle richieste degli alleati.
Il puzzle, ancora incerto, si va comunque componendo. Proprio a partire da quel che era stato ventilato nelle scorse settimane, ovvero la corsa alle politiche della segretaria toscana in prima persona, indicata ieri dalla federazione comunale e metropolitana di Firenze. In cima alla lista bloccata del proporzionale con Enrico Letta? Questa è l’ipotesi più concreta, ma ancora non è una certezza. Gli altri due nomi fiorentini sono quelli dell’assessore al Bilancio di Palazzo Vecchio, Federico Gianassi, e dell’ex sindaco di Campi Bisenzio, Emiliano Fossi, che a meno di incredibili stravolgimenti dovrebbero correre ai seggi uninominali di Firenze e della Piana.
La prima sorpresa, ieri, è arrivata da Empoli, dove la federazione ha indicato un solo nome, quello del senatore uscente Dario Parrini. Ci sono nel documento i ringraziamenti agli altri uscenti eletti nel territorio, Laura Cantini, che ha già annunciato che non correrà, e Luca Lotti. Ma niente più. E proprio su questa scelta si sono concentrate curiosità su eventuali attriti o rese dei conti che si consumano già in queste ore, quando la corsa è appena cominciata, all’interno del partito.
Il documento che Bonafè invierà a Letta lunedì conterrà «un richiamo al lavoro svolto dai parlamentari toscani uscenti con l’auspicio che possano esser ricandidati», ma in sostanza a Empoli hanno affidato la candidatura di Lotti alla dinamica nazionale delle correnti, anche in considerazione del fatto che l’ex ministro di una di esse è l’esponente principale (assieme al ministro Lorenzo Guerini).
Da Prato vengono fatti i nomi di Benedetta Squittieri e Ilaria Bugetti, che sarebbero entrambe esordienti. La federazione di Livorno ha ufficializzato il nome di Andrea Romano, Pistoia si muove attorno a una rosa che comprende Caterina Bini, Lisa Amidei e Daniele Bettarini, Lucca è orientata sull’uscente Andrea Marcucci e Francesca Fazzi, Siena ha scelto di fare solo il nome del sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli, Arezzo quello di Vincenzo Ceccarelli. A Massa indicati Martina Nardi e Gianluca Brizzi, a Grosseto la rosa è molto ampia: Francesca Mondei, Romina Sani, Marco Simiani, Luca Sani e l’assessore regionale a Imprese e Commercio, Leonardo Marras, della cui volontà di partire per Roma si vocifera da molti giorni. A Pisa, dove potrebbe correre lo stesso Letta che lì è nato, si dovrà forse cercare un’alternativa ad Antonio Mazzeo («A disposizione del Pd, ma vorrei continuare il lavoro qui», ha detto ieri a questo proposito il presidente del Consiglio regionale).
Intanto il partito tenta di organizzare la macchina. Obiettivo: 10 mila volontari che, insieme agli iscritti, siano il motore della campagna elettorale in Toscana per le elezioni politiche, «casa per casa, strada per strada, ma anche via web, come indicato dal segretario nazionale Enrico Letta». Una mobilitazione necessaria di fronte al fatto che i sondaggi danno per sicuri al centrosinistra solo i collegi fiorentini. I dem hanno già iniziato a raccogliere le adesioni, affidandone a Stefania Lio il coordinamento, in raccordo con la responsabile nazionale Silvia Roggiani. «Possiamo contare — spiega Lio — su un bel punto di partenza: siamo il partito delle Feste dell’Unità e della mobilitazione che non si ferma neppure in estate».
Giorgio Bernardini