Gli dissero: sono morte Ma erano agli Innocenti Daniele, 50 anni dopo, va in cerca delle sorelle
Mentre rimetteva in ordine i fogli della mamma scomparsa due anni fa, Daniele è trasalito. Tra le sue mani c’erano due fogli, gli atti di nascita delle sue sorelline. Nate la mattina del 23 gennaio 1970 a distanza di un quarto d’ora, le gemelline erano morte nel giro di 24 ore, almeno così sapeva lui da quanto i genitori gli avevano raccontato. Ma su quei due fogli era riportata la data d’ingresso all’ospedale degli Innocenti, il 26 gennaio, ovvero tre giorni dopo. Con entrambe le bambine, Sonia e Daniela, registrate col cognome della mamma, Vanella.
Per Daniele Bronzi, nato a Firenze 59 anni fa, è stato uno choc. Scoprire che le sorelline non erano morte subito dopo la nascita, che potrebbero essere ancora vive, adulte, l’ha spinto a mettersi alla loro ricerca. Per poterle riabbracciare. «Io le mie sorelline le ho viste appena nate. Perché quando la mamma era a Careggi per partorire, anch’io ero ricoverato lì per un problema di salute. Il giorno dopo seppi che erano morte. Ma ora, contando che mia mamma era molto metodica, e lo dimostra il fatto che avesse ancora gli atti di nascita, sono sicuro che sono sopravvissute, perché altrimenti avrebbe avuto tra le sue cose anche gli atti di morte».
Per Daniele scoprire che le gemelline erano state affidate a un istituto per orfani, «è stato choccante, ma non mi sento di condannare, né di giustificare i miei genitori, ma li capisco: la mamma non lavorava, il babbo faceva il commesso in un ferramenta, i soldi erano davvero pochi. E ricordo che il babbo, quando le infermiere uscirono dalla sala parto per avvertirlo che c’era anche una seconda sorella, cadde a terra svenuto. In cinque probabilmente non ce l’avremmo fatta a sbarcare il lunario».
Daniele, che a differenza delle sorelline nacque in casa, in via dell’Anguillara — e ancora vive in centro a Firenze —, si è messo alla loro ricerca. E finora è riuscito a scoprire che «di sicuro non si chiamano più Vanella, perché ho verificato tutte le persone che portano quei nomi e non sono loro. Probabilmente sono state adottate, erano appena nate e avranno preso i cognomi dei loro nuovi genitori. Mi chiedo anche se siano rimaste assieme o se le abbiano divise».
Ma risorse da spendere per un avvocato Daniele non ne ha, fa l’antennista e gestisce
❞ Il racconto
Non giustifico i miei genitori per avermi detto una bugia, ma li capisco: la mamma non lavorava, lui era commesso in un ferramenta, i soldi erano pochi Le vidi solo a Careggi appena nate
una web radio, la Florence International Radio, «non guadagno tanto e ora è anche un momento di crisi, bisogna stringere la cinghia». Così ha deciso di affidarsi a internet per le ricerche, l’ultimo passo è stata la popolarissima pagina Facebook «Ti cerco: appelli di persone che cercano le loro origini e i propri cari», dove il suo appello in 24 ore ha avuto più di cinquemila condivisioni. Sul web, in tanti gli stanno dando consigli, lo invitano a rivolgersi al Tribunale dei minori, all’archivio dell’antico Spedale degli Innocenti. Alcuni lo avvisano delle difficoltà legate alla privacy. Ma lui è fiducioso: «Sono sicuro che le ritroverò, credo che aver ritrovato quegli atti di nascita sia stata una combinazione del destino, ma non un caso. Però, chi può, mi aiuti a ritrovarle».