Escluso, in lista, anzi no. Lotti è un caso
Il deputato ringrazia il Pd empolese per la richiesta di ricandidarlo ma viene smentito
Il caso Lotti accende il Pd. L’ex braccio destro di Matteo Renzi, già sottosegretario plenipotenziario e ministro dello Sport, venerdì non è stato tra i nomi indicati dalle federazioni Pd alla segreteria per le candidature in Parlamento. Ma ieri, dopo l’assemblea della federazione empolese, la sua, Lotti ha ringraziato segretari e sindaci per aver proposta la sua candidatura. A stretto giro è arrivata la frenata del partito: «L’unico indicato è Parrini».
«Io dovrei fare cosa? Inviare un allegato alla Bonafè...?!». Lo sbigottimento al telefono del segretario del Pd dell’Empolese Valdelsa, Jacopo Mazzantini, dà il senso di una giornata piuttosto convulsa. Un «partito che discute», come si ama dire da quelle parti, un partito in cui regna la confusione massima, secondo altri più critici.
Nei giorni delle candidature i nomi si rincorrono, ieri la federazione pistoiese del partito ha chiesto la conferma di Caterina Bini in Parlamento.
In un’altra parte di Toscana invece tiene banco il caso della candidatura di Luca Lotti, ex braccio destro di Matteo Renzi, ex sottosegretario plenipotenziario, ex ministro dello Sport. Il deputato, eletto quattro anni fa nel collegio empolese, vuole ricandidarsi alle politiche del 25 settembre. Ma venerdì, quando la Federazione empolese del Pd ha indicato alla segreteria regionale la proposta di candidatura, l’unico nome che ha raccolto l’unanimità è stato quello del senatore uscente Dario Parrini. Ieri mattina l’assemblea territoriale approva il proprio documento. E alcuni sindaci — tra cui quella di Empoli, Brenda Barnini futura possibile segretaria regionale del partito — intervenendo in pubblico hanno «auspicato che Lotti sia ricandidato per il buon lavoro svolto».
L’ex ministro prende la palla al balzo: nel primo pomeriggio ringrazia gli amministratori pubblicando una nota intitolata «Pd, sindaci e segretari federazione empolese chiedono ricandidatura Luca Lotti». Nel testo si legge tra l’altro che «la ricandidatura di Lotti nei giorni scorsi era stata inserita anche nella rosa dei nomi da sottoporre alla segreteria nazionale, attraverso un documento votato dal Pd metropolitano fiorentino, federazione in cui Luca Lotti è iscritto». Tutto risolto? Non proprio. «L’assemblea territoriale ha votato all’unanimità
Dario Parrini come candidato unico» è il titolo della nota che arriva poco dopo dalla Federazione Pd di Empoli. Chiaro. A stretto giro dall’entourage di Lotti filtra la presenza di un documento firmato dai sindaci sostenitori, un appello che poi diviene «un verbale a integrazione del documento già prodotto dalla federazione» e «che sarà inviato a Simona Bonafè come allegato».
«Guardi io non so di cosa parla, non mi risulta nessun allegato... Parrini è il nostro solo candidato», taglia corto il segretario empolese Mazzantini raggiunto al telefono. Mentre diventa palese anche il nervosismo del Pd fiorentino, dalla cui segreteria si ribadisce «che non c’è bisogno di alcuna comunicazione pubblica per smentire ciò che è evidente, i nomi votati all’unanimità sono quelli inviati ieri alla segreteria regionale». E Lotti non c’è. Ma il deputato è uno dei leader della corrente Base riformista assieme al ministro Lorenzo Guerini, difficile, se non impossibile, che resti fuori dalla partita, in Toscana o altrove.