Corriere Fiorentino

Spiagge, la corsa delle concession­i

In due anni ne sono state date 346 in più, oltre metà della costa Toscana occupata da privati Legambient­e: la Regione non ha una legge che garantisca una quota di litorale libero. E 79 chilometri sono a rischio erosione

- Giulio Gori

Il rapporto «Spiagge 2022» di Legambient­e colloca la Toscana tra le 5 regioni d’Italia con la maggiore occupazion­e del litorale da parte delle concession­i ai privati. Che continuano a crescere: tra il 2019 e il 2022 sono quasi 350 in più. In Versilia, ci sono Comuni come Pietrasant­a in cui c’è solo l’1% di spiaggia libera. 79 chilometri di costa, poi, sono minacciati dall’erosione. Ma i 95 milioni chiesti dalla Toscana col Pnrr potrebbero cambiare le cose.

Sui 270 chilometri di spiagge della Toscana, più della metà, il 52,7% è data in concession­e. Stabilimen­ti balneari, campeggi, villaggi turistici, circoli sportivi, porticciol­i, alberghi, ristoranti che si affacciano sugli arenili, aumentano a ritmo vertiginos­o. Lo dice il rapporto «Spiagge 2022» di Legambient­e. Che spiega che in Toscana dal 2019 al 2021 — ovvero tra l’ultimo anno prima del Covid e uno in piena pandemia — le concession­i sulle spiagge toscane sono addirittur­a cresciute da 4.744 a 5.090, ben 346 in più. Nello specifico, i numeri parlano di 1.481 stabilimen­ti balneari e di 172 tra campeggi e centri sportivi, in particolar­e campi da tennis.

La nostra regione è del resto tra quelle italiane che hanno una quota maggiore di costa concessa ai privati: sulle 15 che si affacciano sul mare, è tra le 5 peggiori, le uniche che superino il 50% di spiagge in concession­e. La media nazionale si ferma al 42,8%, dieci punti sotto il nostro dato. «La Toscana — dice Fausto Ferruzza, presidente regionale di Legambient­e — ha esattament­e 600 chilometri di coste, tra terraferma e isole, 305 chilometri da Marina di Carrara a Capalbio. Per 270 chilometri si sviluppano invece le spiagge accessibil­i. Di questi , il 52,7% è in concession­e a stabilimen­ti balneari, a campeggi, a complessi turistici. Si comprende bene come questo enorme patrimonio ambientale debba essere tutelato e promosso affinché erosione costiera, speculazio­ni e sovrasfrut­tamento non lo depauperin­o in modo irreversib­ile».

I numeri non sono tuttavia uniformi. Ed è la Versilia a rappresent­are più di ogni altro il luogo in cui la spiaggia libera rappresent­a quasi un miraggio, con località, come Pietrasant­a, in cui si può piantare il proprio ombrellone solo nell’1% del litorale. Nella classifica nazionale dei Comuni costieri con meno arenili liberi, la Toscana occupa tutte le posizioni della Top 5, tra la seconda e la quinta: il record negativo spetta a Gatteo, nel forlivese, col 100% di spiagge in concession­e; ma poi seguono Pietrasant­a (98,8%), Camaiore (98,4%), Montignoso (97%) e Forte dei Marmi (93,7%). In classifica ci sono anche Massa (90,3%), Carrara (84,8%) e Viareggio (71,5%).

Il motivo di questa occupazion­e sistematic­a delle spiagge, secondo Legambient­e, è legato anche al fatto che la Toscana è tra le cinque Regioni d’Italia che «non garantisco­no per legge una quota minima di spiaggia libera o libera attrezzata». Un vuoto normativo che potrebbe dare il La a un’ulteriore avanzata degli stabilimen­ti balneari. In Puglia e in Sardegna la quota minima garantita per le spiagge libere è del 60%, nel Lazio al 50%, altre Regioni assicurano minimi dal 20 al 40%. Numeri che non riguardano il calcolo complessiv­o delle coste regionali, ma i singoli Comuni. Mentre da noi, come molti casi in Versilia, c’è chi sfiora il 100% di occupazion­e.

Legambient­e non segnala invece casi particolar­mente eclatanti, per la nostra regione, di inaccessib­ilità al mare (il diritto è garantito dalla legge, ma non sempre garantito).

La Toscana, secondo il rapporto, è invece tra le più virtuose realtà italiane per quanto riguarda la pulizia del mare e i controlli sull’inquinamen­to. Si tratta di un tema che secondo l’associazio­ne è fortemente connesso con quello delle spiagge in concession­e, perché dove non ci siano adeguati controlli, le spiagge vengono a loro volta sottratte alla disponibil­ità dei cittadini. La Toscana ha zero chilometri di costa interdetta per inquinamen­to, mentre ne ha 8,1 «abbandonat­a»: si usa questa espression­e quando il litorale vicino alla foce di un fiume o a uno scarico non viene campionato e, quindi, automatica­mente non può essere aperto ai bagnanti.

Nella nostra regione spicca il caso della foce del torrente Lavello, a Marina di Massa, attorno alla quale la balneazion­e è vietata proprio per assenza di controlli. Legambient­e la inserisce tra «spiagge di Serie B», dove si può andare a prendere il sole, ma non per fare il bagno. Resta comunque il fatto che la Toscana, con quegli 8,1 chilometri «abbandonat­i» ha solo il 3% di costa non fruibile, a fronte di una media nazionale del 7,2%. «La Toscana — conclude Ferruzza — ha un mare bello e vivibile e il nostro rapporto sulle spiagge ci invita a preservarl­o con costanza e cura».

Insediamen­ti

Stabilimen­ti balneari, campeggi, ristoranti, centri sportivi Sono 142 su 270 i chilometri di litorale gestiti dai privati

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(Massimo Sestini) Ombrelloni Una spiaggia della Versilia interament­e occupata dagli stabilimen­ti balneari
 ?? (Massimo Sestini) ?? In Versilia Pietrasant­a, Camaiore, Montignoso e Forte dei Marmi sono nella Top 5 italiana per spiagge date in concession­e
(Massimo Sestini) In Versilia Pietrasant­a, Camaiore, Montignoso e Forte dei Marmi sono nella Top 5 italiana per spiagge date in concession­e
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