A rischio erosione 79 chilometri di litorale La speranza dal Pnrr
Sono 79 i chilometri di spiagge toscane che subiscono il fenomeno dell’erosione. Ovvero il 39,3% del totale. Sono i numeri che emergono dal rapporto di Legambiente sulle nostre coste. Una delle cause del fenomeno è stata illustrata al Corriere Fiorentino, il 19 novembre 2019, dal professor Nicola Casagli, ordinario di geologia all’Università di Firenze. Di fronte al problema delle esondazioni dei fiumi, il docente spiegava: «Negli anni passati sono stati scavati gli alvei di molti fiumi, così da abbassarne il livello e renderli più sicuri. Questa è stata una delle cause dell’erosione delle coste». Se i letti dei fiumi sono troppo sporchi diventano più frequenti le esondazioni, se sono troppo puliti le spiagge vengono private del necessario rifornimento di materiale per il ripascimento naturale.
Legambiente spiega che i dati Ispra (l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) relativi agli ultimi 50 anni parlano di 4 milioni di metri quadrati di spiaggia erosi, un patrimonio disperso «che rappresenta un bene economico diretto del valore capitale complessivo di circa 6 miliardi di euro». Sempre in base ai numeri di Ispra, solo tra il 2007 e il 2019, il 13,8% della costa bassa toscana ha subito fenomeni di erosione.
«Una delle coste più drammaticamente interessate dall’erosione — recita il rapporto di Legambiente — è quella tra le foci dei fiumi Arno e Magra. In questo tratto della Toscana settentrionale ci sono 250 mila metri cubi di sabbia in meno a causa degli interventi di ripascimento e dragaggio condotti a partire dagli anni Ottanta. Uno studio del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa quantifica, nel tratto finale del fiume Magra, l’estrazione in alveo di circa 24 milioni di metri cubi di sedimento, fatti in gran parte durante la costruzione dell’autostrada tra gli anni 50 e 70».
Ci sono situazioni in controtendenza. A Viareggio, per esempio, i 400 metri di spiaggia sulla darsena sono dovuti alla ridistribuzione delle sabbie erose a Sud, nel Parco Naturale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, che è in forte erosione. I sedimenti che si spostano provocano conseguenze apparentemente paradossali: per esempio, proprio al centro del tratto incriminato tra Magra e Arno, Forte dei Marmi e Marina di Pietrasanta, trovandosi alla congiunzione delle correnti, si arricchiscono di litorale anziché impoverirsene. Altra zona critica, l’Isola d’Elba, dove l’erosione riguarda il 60% delle spiagge.
I casi dove l’intervento umano ha fatto la differenza in positivo sono quelli di Vada (Rosignano Marittimo) e Punta Ala. Qui ci sono stati due interventi, finanziati dalla Regione, per la realizzazione di nuove spiagge, per un totale di 5 milioni di euro di investimenti: 17 mila metri cubi di nuovi sedimenti per Vada, 105 mila per Punta Ala, oltre alla costruzione di «pennelli» di scogli per proteggere i nuovi arenili. Altri due milioni e mezzo sono già stati destinati a un terzo intervento per Marina di Pisa. Ma la buona notizia sono i 95 milioni di euro che la Regione ha chiesto al governo attraverso il Pnrr, per un piano complessivo di lotta all’erosione su tutta la costa.