Il Comune di Piombino prova ad allungare i tempi E Tim: conflitto tubi-rete
Pubblicate le prime osservazioni critiche al progetto
Sono arrivati i primi pareri sul progetto Snam, per la nave rigassificatore nel porto di Piombino ed il metanodotto di 8,5 chilometri. Pareri che evidenziano i primi problemi, portati alla luce anche delle stesse strutture della Regione. Assieme alla volontà, tutta politica, di allargare la partecipazione nella procedura che prevede tempi sprint — entro il 29 ottobre Eugenio Giani, commissario straordinario del governo per la realizzazione del rigassificatore, deve rilasciare l’autorizzazione —, come chiede il Comune di Piombino.
Tutti i documenti, i pareri e le osservazioni, sono stati pubblicati sulla pagina internet della Regione. Il Comune di Piombino, contrario all’opera, attraverso il servizio politiche ambientali ha subito presentato le proprie osservazioni. Il documento chiede di valutare «l’opportunità di coinvolgere anche i seguenti soggetti stante la significativa connessione tra le attività dei medesimi e la tipologia di progetto in oggetto: Piombino Logistics, JSW (ex Lucchini acciaieria), Liberty Magona, Dalmine, Metaenergia e PIM» e invita ad allargare l’elenco dei soggetti coinvolti nella procedura per il rigassificatore alle altre amministrazioni comunali della val di Cornia, del Golfo di Follonica e dell’Elba. Inoltre, facendo riferimento alla direttiva dell’Ue sul controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose, il Comune chiede che «il Comitato Salute Pubblica di Piombino» — uno dei comitati no rigassificatore, promotore delle proteste e delle manifestazioni, come quella di ieri sera — «sia individuato tra i soggetti da coinvolgere nella conferenza dei servizi». Non solo, l’amministrazione sottolinea che ci sono i presupposti «per attivare il dibattito pubblico regionale», cioè la procedura di partecipazione prevista dalla legge regionale, che ha tempi più lunghi di quelli previsti dal governo per pareri e permessi. Infine il parere del Comune evidenzia i rischi legati alla presenza delle navi metaniere che ogni settimana riforniranno il rigassificatore ancorato in porto dal marzo 2023 per tre anni, quando il rigassificatore lascerà la darsena per andare nella piattaforma al largo in un’area ancora da decidere.
Tra gli altri pareri arrivati c’è quello di Tim, che sottolinea che i tubi del nuovo gasdotto intersecano in 9 punti la rete delle telecomunicazioni e che i costi per gli interventi per superare questo problema devono essere a carico di chi fa i lavori e non della stessa Tim. La direzione mobilità e infrastrutture della Regione chiede invece di coinvolgere anche Anas e, sempre dalla Regione, la direzione difesa del suolo e protezione civile sottolinea che è in corso un’istanza dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale per la realizzazione della Diga Nord e che «l’area di fondale marino interessata pare sovrapporsi ad un tratto del tracciato sottomarino delle condotte Snam». Infine l’ufficio delle Dogane di Livorno chiede di «essere informato, in merito all’impianto, sulle tecnologie e sugli strumenti previsti per l’intercettazione e la misurazione del gas liquefatto in modo di consentire le relative misure di controllo fiscale».
Partecipazione
Piombino vorrebbe coinvolgere anche le industrie e gli altri Comuni della Val di Cornia e chiede la procedura di «dibattito pubblico»