Corriere Fiorentino

San Felice, arriva l’ufficiale giudiziari­o

Notificato lo sfratto alla farmacia simbolo, chiuderà il 30 ottobre. I residenti: vergogna

- Giulio Gori © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Ieri mattina, alla farmacia di piazza San Felice si è presentato l’ufficiale giudiziari­o per l’esecuzione dello sfratto chiesto dalla proprietà. Alla storica attività dell’Oltrarno è stato tuttavia concesso tempo fino al 30 ottobre perché la nuova sede di via Romana non è ancora pronta. Il comitato dei residenti protesta: «È una vergogna, la proprietà ha infranto un giuramento e il Comune ha alzato la voce ma poi non ha fatto niente».

attività. Il braccio di ferro che va avanti da quattro anni, con la proprietà — la Palazzo San Felice Srl — che vuole lo sfratto della storica attività, da una parte, e la farmacia e i residenti del quartiere che hanno tentato di opporsi, dall’altra, la vicenda sembra sempre più vicina alla conclusion­e. Una storia lunga oltre duecento anni, nata come Spezieria Granducale nel 1805, sta quindi per finire.

Ma le partite aperte, oltre allo sfratto, sono molte. Una riguarda lo stesso titolare della farmacia, che rivendica la proprietà degli antichi arredi e che, non potendoli spostare nella nuova sede a causa di un vincolo storico-artistico, chiede ai proprietar­i dell’immobile un risarcimen­to: la novità di questi giorni è che la Soprintend­enza sarebbe pronta ad avviare un inventario degli arredi. Ma la Palazzo San Felice srl a sua volta ne reclama la proprietà e non è disposta a pagare.

L’altra partita, la più importante, riguarda il futuro del fondo di piazza San Felice. La destinazio­ne d’uso è protetta, oltreché dal decreto Ronchey del 1993, anche da Palazzo Vecchio che, avendo inserito l’attuale farmacia nell’albo delle Eccellenze Storiche, ha previsto un «vincolo di non trasformaz­ione», che può essere rimosso dopo due anni senza attività solo col placet di giunta e Consiglio comunale. Quel vincolo contempla una «continuità della funzione»: quindi, almeno in teoria, niente ristoranti o negozi di souvenir, al massimo una versione più commercial­e di una farmacia, come un’erborister­ia dalla vocazione turistica.

«Lo sfratto? È una vergogna, uno sfregio alla città — dice Giovanni Pallanti al nome del comitato di piazza San Felice — La proprietà aveva giurato davanti al consiglio di Quartiere che non avrebbe mandato via la farmacia e invece caccia l’ultimo brandello della Firenze granducale. Anche il Comune ha fatto la voce grossa, poi non ha fatto nulla». E il vincolo? «Finirà come alla farmacia inglese di via Tornabuoni: ci saranno ancora gli antichi scaffali, ma sopra ci sono le scarpe».

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L’interno della farmacia San Felice con i suoi oggetti d’epoca
(Cambi/Sestini) Storica L’interno della farmacia San Felice con i suoi oggetti d’epoca

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