Fratelli d’Italia punta (almeno) a quota 5 Torselli: candidiamo chi vive i territori
Rossi a Grosseto, Michelotti a Siena, Laporta a Prato. Ma Venezi dice no
Fratelli d’Italia proverà a far la voce grossa anche in Toscana, anche nelle roccaforti della sinistra. «Dobbiamo provarci, è il momento» dice fiducioso Francesco Torselli, consigliere regionale e coordinatore del tavolo delle candidature toscane che provengono dal territorio per le elezioni politiche.
Un quadro in continuo movimento. Nelle ultime ore la direttrice d’orchestra lucchese Beatrice Venezi ha rinunciato alla proposta di candidatura con FdI. «Non è una militante espressione del territorio e non l’ha detto a me — precisa Torselli — Penso che di queste cose parlerà direttamente con Giorgia (Meloni, ndr)». La conferma del passo indietro arriva tuttavia da fonti romane dentro il partito, che spiegano come Venezi abbia preferito in questo momento «concentrarsi sulla propria carriera». Tra le file dei meloniani, nella gara per la Camera, ad Arezzo ci sarà invece Letizia Giorgianni, già a capo dell’associazione «Vittime del Salva Banche» e pasionaria della vicenda Banca Etruria.
Da quanto trapela in queste ore al coordinatore regionale del partito Fabrizio Rossi potrebbe spettare il seggio a Grosseto (è vicesindaco del capoluogo), a Siena toccherebbe all’assessore comunale Francesco Michelotti, mentre il seggio di Massa ad Alessandro Amorese, capogruppo in Comune e primo storico candidato sindaco di FdI in Toscana (2013). A Prato la candidata sarebbe Chiara Laporta, molto stimata per il suo compito organizzativo all’interno del partito.
«Quando eravamo sotto il 5%, qualche anno fa, era più facile fare le liste... Oggi — continua Torselli — al 20% suscitiamo appetiti diversi e ben più ampi. Ma stiamo racTotaro cogliendo la disponibilità di chi il territorio lo vive davvero, e stavolta potrebbe rappresentarlo da eletto». Quanti parlamentari toscani avrà FdI? «Puntiamo a un numero tra 5 e 7». Torselli guida il gruppo di selezione proprio perché ha rifiutato la candidatura, che pure Meloni gli aveva offerto. «Tutti noi cinque consiglieri regionali — svela il diretto interessato — abbiamo scelto di non candidarci: abbiamo stretto un patto perché crediamo davvero di poter vincere le prossime elezioni regionali in Toscana nel 2025. Se ci candidassimo ora alle elezioni politiche depotenzieremmo questo gruppo».
I parlamentari uscenti sono tutti ai nastri di partenza: correranno Giovanni Donzelli — per cui in caso di vittoria nazionale del centrodestra è atteso un incarico di governo — Patrizio La Pietra, Achille e Riccardo Zucconi. «Spero — ha detto Torselli — che a queste elezioni politiche dentro Fratelli d’Italia venga data rappresentanza ai territori che non sono riusciti ad esprimere propri candidati eletti all’interno del Consiglio regionale».
L’alleanza con Lega e Forza Italia si sta rivelando in queste ore più sintonizzata che in passato, anche in Toscana. Non ci sono contrasti significativi nella suddivisione dei seggi ed evidentemente dalle parti del centrodestra sentono odore di impresa: soprattutto se il partito di Matteo Renzi dovesse decidere correre da solo, senza allearsi con il Pd: «Probabilmente in quel caso la Toscana diventerebbe contendibile — ci credono i dirigenti della Lega — nella maggior parte dei collegi uninominali».