Corriere Fiorentino

Gira gira per riflettere sull’ambiente

Effetto Venezia A Livorno un originale «gioco dell’oca» declinato in chiave ecologica. Con le opere degli artisti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze

- Ivana Zuliani

Una mostra, ma è anche un giro dell’oca da fare camminando davvero, per le strade del quartiere la Venezia di Livorno. «Il gioco della natura», a cura di Gaia Bindi, è un’occasione per riempirsi gli occhi con la bellezza dell’arte, scoprire angoli nascosti della città e nello stesso tempo riflettere sull’ambiente: durante la manifestaz­ione Effetto Venezia (che anima l’estate cittadina con teatro, musica ed arte) dal 3 al 7 nello storico quartiere livornese vengono allestite 16 opere, tra installazi­oni e video, realizzate da 21 artisti che gravitano attorno all’Accademia di Belle Arti di Firenze. I più noti, come Robert Pettena e Simoncini.Tangi, sono professori, gli altri sono studenti o ex studenti. Ci sono Nico Angiuli, Margherita Bertoli, Benedetta Chiari e Elisa Pietracito, Mohammad Fallah, Pamela Gori e Eva Sauer, Giulia Guidicelli e Federica Vaia, Rocco Lopardo e Giovanni Marino, Jasmine Morandini, Pengpeng Wang, Qiu Yi, Marco Signorini, Simoncini, Zoya Shookohi, Marta Travaini, Zhang Yun: i visitatori sono invitati a seguire un itinerario a piedi che si ispira al famoso Gioco dell’oca, proposto in chiave ecologica. La mostra ha per tema la Natura nelle sue multiformi componenti e il cammino, organizzat­o a tappe, è finalizzat­o alla sensibiliz­zazione ambientale: ogni tappa presenta in modo ludico e divertente un argomento riferito all’ecosistema in cui viviamo. Così, passeggian­do per il quartiere tra gli archi della Pescheria ci si imbatte in tende svolazzant­i, ricamate con frasi realizzate con rametti e residui di potature, che riportano titoli di articoli di giornale in cui le piante infestanti sono citate solo come simbolo di disordine e disagio

sociale. Nel cortile di Palazzo Huigens un gigantesco nido vuoto in bambù e rafia afferma la propria fragile esistenza, in via dei Pescatori un microscopi­o-cannocchia­le realizzato con legni di recupero e fil di ferro racchiude una pianta in vaso e si propone come un dispositiv­o visivo costruito per favorire la reciproca osservazio­ne tra esseri umani e vegetali. Alla Pescheria nuova invece viene trasmesso un video in cui quattro coppie di alberi cittadini mettono in scena, a turno, un dialogo surreale e strampalat­o in cui parlano di dolore, amore, amicizia, aspirazion­i esistenzia­li. Opere e allestimen­to sono realizzati in materiali naturali, riciclabil­i o biodegrada­bili. In ogni stazione del gioco è presente un cartello che pone una domanda semplice: «A cosa servono le erbacce?», «Cosa pensano gli alberi?», «In natura, l’unione fa la forza?». Il visitatore-giocatore è invitato a dare una risposta guardando l’opera d’arte, riflettend­o sull’immagine che propone e, talvolta, interagend­o con essa. Per completare l’intero percorso viene guidato nel suo cammino da segnali visivi e da un pieghevole che serve come mappa geoconcett­uale per seguire l’esposizion­e, dove sono riportate tutte le opere e i testi pubblicati nella cartelloni­stica. I contenuti della brochure sono disponibil­i anche tramite Codice QR per una fruizione personale sullo smartphone. La mostra, come la manifestaz­ione, è promossa dal Comune di Livorno e organizzat­a dalla Fondazione Lem, con il patrocinio dell’Accademia di Belle Arti di Firenze.

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In alto: «Nido» di Qiu Yi (Palazzo Huigens); a destra dall’alto: «Rifiuto» di Marta Travaini (Ponte della Madonna) e «Dynamis» di Margherita Bertoli (piazza del Luogo Pio). La mostra è concentrat­a nel quartiere la Venezia

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