Corriere Fiorentino

Nei parchi di Firenze è già ottobre «Alberi in pericolo»

Viaggio nei parchi di Firenze, stremati dal caldo e dalla siccità L’esperto: anche le piante adulte ora più vulnerabil­i ai parassiti

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I parchi di Firenze sono diventati tutti gialli: l’erba secca e ispida, le foglie cadute dagli alberi quasi fosse già ottobre. Il clima caldo e secco non dà respiro neppure alle piante. E il professor Francesco Ferrini dell’Università di Firenze spiega i pericoli per il futuro degli alberi: «Metà di quelli giovani e appena piantati, non resisterà e morirà».

Stare sul prato a piedi nudi è rimasto soltanto un sogno. Perché il prato non c’è più. Al suo posto ci sono il terriccio, i rami, le foglie secche, la polvere. E i bambini, nei parchi pubblici fiorentini, hanno tutti le scarpe. La siccità ha ucciso la nostra erba. E tutti i parchi si assomiglia­no, tristement­e simili. Il verde pubblico non c’è più, semmai c’è il giallo pubblico, il colore della poca erba rimasta. Basta farsi un giro in città per vedere in quali condizioni siano rimasti i nostri parchi. Ma non c’è solo un problema di aspetto esteriore: se l’erba, quando tornerà la pioggia, ridiventer­à verde, gli alberi potrebbero invece aver già subito danni irreversib­ili.

Parco dell’Antonella, alle 11 di mattina, c’è un bambino di 4 anni in giro con i nonni. È disteso per terra, ma non sull’erba che è diventata gialla e secca, ma sulla pista da skateboard. «Qui si sta meglio», dice rivolto ai nonni. Che effettivam­ente non possono contestare perché la pista da skateboard è più invitante dell’erba diventata ispida, fino al punto di pungere. Insieme ai prati, si rinsecchis­cono anche gli alberi, le siepi, gli arbusti. «Muoiono tanti alberi in città — spiega il professor Francesco Ferrini, docente di arboricolt­ura generale e coltivazio­ni arboree all’Università di Firenze — Vengono a mancare funzioni preziosiss­ime come l’assorbimen­to di anidride carbonica e questo significa più inquinamen­to, e quindi in città c’è più caldo, con meno alberi c’è meno ombra e si perde l’effetto mitigatore sul clima». C’è di peggio, nei parchi fiorentini spuntano tigli, lecci, pioppi, robinie, con i rami rinsecchit­i, le foglie — di cui tantissime già cadute — come fossimo già a ottobre. A Villa Favard, una roverella appena piantata (ha ancora i sostegni perché stia dritta) è avvizzita. «La caduta anticipata delle foglie è un’autodifesa degli alberi — dice ancora Ferrini — Certo, molto dipenderà dal tipo di pianta e di terreno. Ma in linea generale, il 50-60% degli alberi piantati da poco, i più indifesi, rischia di morire. E anche i grandi alberi potrebbero essere più suscettibi­li ai parassiti».

Foglie in briciole, erbacce secche e color del sole. È il colore che domina la visuale

città. Passi in macchina e vedi giallo: le isole di traffico, le rotatorie, i giardinett­i, gli argini dei fiumi. Villa Favard, in zona Rocca Tedalda, sembra un quadro di Van Gogh, il giallo predomina lo sguardo. Eccoci ai giardini di

Campo di Marte, a due passi dallo stadio e dal mercato mattutino. Ma i bambini non giocano nell’erba, quasi tutti sono dentro al tappeto elastico. Qui sì, qui possono stare scalzi per davvero. E poi le Cascine, il grande polmone verdella di cisterne per raccoglier­e l’acqua piovana e usarla quando necessario».

Quanto ai giardini, dobbiamo rassegnarc­i ai parchi secchi per tutta l’estate? Non proprio, spiega ancora il professor Ferrini. «Bisognereb­be innanzitut­to sostituire le erbe microterme con le macroterme». Cosa vuol dire? «Significa impiantare nei giardini pubblici specie di erbe più adatte a climi (ormai, ndr) siccitosi come il nostro e che necessitan­o di meno acqua. Le de della città, che di verde non macroterme sono specie ha più neppure tutti gli alberi. adatte a climi caldi o temperati. Il Comune ha intensific­ato La temperatur­a ottimale di l’annaffiatu­ra degli alberi in crescita è compresa tra 25 e 35 fase di attecchime­nto (di età gradi. Si può fare, anche se inferiore ai 3 o 4 anni): non questo non garantisce comunque più due volte a settimana, ma prati sempre verdi», 3-4 volte a settimana. Per le alberature puntualizz­a l’esperto. Che aggiunge: di età successiva all’attecchime­nto «Scordiamoc­i però di normalment­e avere giardini pubblici sempre non è prevista innaffiatu­ra, verdi in stile londinese, ma quest’anno in casi particolar­i per far questo ci vorrebbe un di evidente difficoltà delle clima diverso oppure un’irrigazion­e piante è stata riattivata con continua, che però è una frequenza di 2 volte a settimana proibitiva visto che c’è carenza (è il caso di Lungarno d’acqua». Ma dal docente Colombo). «Siamo di fronte a arriva almeno una nota di ottimismo: una problemati­ca sempre più se per il futuro degli struttural­e — dice il neo assessore alberi i timori sono molti, «in all’ambiente, Andrea autunno con le prime piogge Giorgio — per questo nel piano l’erba dei nostri giardini tornerà del Verde dobbiamo lavorare nuovamente verde». sull’utilizzo di piante ed Giulio Gori alberi più resistenti alla siccità Jacopo Storni e la realizzazi­one nei parchi

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Erba ingiallita e foglie a terra al Giardino delle Scuderie Reali al piazzale di Porta Romana
(Cambi/Sestini) Prato monocolore Erba ingiallita e foglie a terra al Giardino delle Scuderie Reali al piazzale di Porta Romana
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 ?? ?? Giardini monocolore Da sinistra, la desolazion­e del parco delle Cascine, l’erba gialla e ispida al Giardino dell’Orticultur­a, le siepi secche al Giardino dei Cigni e una roverella morente — con i sostegni perché appena piantata — al parco di Villa Favard (Cambi/Sestini)
Giardini monocolore Da sinistra, la desolazion­e del parco delle Cascine, l’erba gialla e ispida al Giardino dell’Orticultur­a, le siepi secche al Giardino dei Cigni e una roverella morente — con i sostegni perché appena piantata — al parco di Villa Favard (Cambi/Sestini)

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