«Noi siamo in guerra, loro danno i numeri...»
L’imprenditore Fabianelli: stiamo già pagando il prezzo della campagna elettorale
AREZZO Andrea Fabianelli è da vent’anni presidente del pastificio omonimo, fondato nel 1860 in Valdichiana. Giunta alla quinta generazione, la sua azienda esporta oltre l’80% del prodotto in cinque continenti. Fabianelli ha guidato Confindustria Toscana Sud fino al 2017, oggi è vicepresidente della Camera di commercio di Arezzo-Siena.
Presidente, cosa ci aspetta al rientro dalla pausa estiva?
«Un gran caos, dovuto all’incertezza. Non sappiamo se ci sarà gas metano a sufficienza. Tutti danno i numeri, ma sono numeri che forse nessuno sa. Le aziende che dovrebbero fornirci il gas non ne hanno e non possono quindi farci i contratti. Siamo alla ricerca di nuovi fornitori che chiedono di anticipare due o tre fatture prima di partire: centinaia di migliaia di euro, non di fideiussioni, in contanti. Questo è il buongiorno che troveremo al rientro dalle ferie».
Prima ci sono le elezioni...
«Andreotti diceva che il potere logora chi non ce l’ha. È questo l’unico motivo per cui siamo in campagna elettorale. Sento solo dire che uno riduce le tasse del 20, l’altro del 30 e l’altro ancora del 40. Sembra di essere al supermercato con le offerte speciali. Ma al supermercato si fanno offerte perché qualcuno paga per farle. Con oltre 2 mila miliardi di debito pubblico come le sosteniamo?».
Non era il momento per una campagna elettorale?
«Con 200 miliardi del Pnrr sul piatto. Sa cosa vuol dire? Glielo spiego con un esempio: uno dei bandi del Pnrr era rivolto alle imprese agricole e agroalimentari per montare i pannelli fotovoltaici con un contributo a fondo perduto del 40%. I decreti attuativi dovevano uscire a maggio. Siamo ad agosto e non se ne sa più niente. Non posso giudicare programmi elettorali che non conosco. Mi chiedo se saranno in grado di portarli a compimento».
Le imprese che realtà stanno vivendo?
«Stiamo vivendo un momento di guerra. Questa è un’economia di guerra con le materie prime i cui prezzi continuano a schizzare in alto. Le famiglie si renderanno conto a ottobre di quello che è il vero costo del metano che lo scorso inverno costava il 10% di quanto costa oggi. Questo è il problema, non quello del pane e della pasta. Siamo in una guerra che non abbiamo dichiarato: qualcuno dovrà spiegarcelo».
Ma con questo scenario, non è auspicabile un cambio di classe politica?
Sento dire che ridurranno le tasse del 20, del 30 o del 40 per cento Ma con che soldi? Qui il vero dramma sarà il costo del metano
«Non cambierà granché. Dipendiamo mani e piedi dalle decisioni di Europa e Nato, si può cambiare qualche piccolo frammento del nostro futuro, ma il grosso è scritto non da noi. Questa è la situazione che stiamo vivendo e che durerà, e sono veramente preoccupato. Dov’è un politico che dice basta con questa guerra assurda? L’unico che lo dice è il Papa, ma è il suo lavoro».