Nardella vuole fermare il referendum «Non c’è più ragione di procedere»
La delibera del Comune annullerebbe la consultazione su studentati di lusso e caro affitti. Parola ai saggi
«Non c’è più ragione di procedere con il referendum: con il voto in giunta abbiano fatto nostre le istanze di base dei quesiti, inserite in una visione più ampia che riguarda la riforma del piano operativo (Poc, ndr) in discussione, a favore della residenza e del diritto allo studio». Così Dario Nardella parla dei due quesiti referendari proposti da «Salviamo Firenze» per frenare la conversione turistica dei grandi edifici.
Il sindaco, entro domani, avrebbe dovuto emanare il decreto per dare il via alla raccolta delle firme. Ma con la sua delibera di martedì con cui è convinto di aver accolto le istanze di «Salviamo Firenze» — come auto-osservazioni al Poc — è convinto che lo stop al referendum otterrà il neceszioni parere favorevole dal Collegio degli esperti, che il 22 maggio scorso aveva dato il via libera alla consultazione: «Abbiamo già coinvolto il collegio dei saggi referendari — dice Nardella — e quando arriverà il loro parere, che credo riconoscerà quanto detto, farò l’ordinanza perché non si proceda alla consultazione».
Una posizione, quella del sindaco, che rischia di far esplodere lo scontro con i referendari. Che poche ore prima dell’annuncio di Nardella al Corriere Fiorentino, avevano organizzato una conferenza stampa per commentare la nuova delibera: «Non l’abbiamo vista, la giunta ha diffuso solo una nota e senza i dettagli giuridici è impossibile capire se andiamo nella stessa direzione oppure no», è stato il commento di Massimo Torelli, uno dei promotori del comitato referendario.
Gli umori in «Salviamo Firenze» erano divisi tra «la soddisfazione e la preoccupazione». «Da un lato la giunta ci dà ragione, e con questa conversione sulla via di Damasco rinnega 9 anni di politiche urbanistiche in un solo colpo. E questo non ci può fare che felici — aveva aggiunto Torelli — Dall’altro ci sembrerebbe assurdo fermare i referendum in base a delle auto osservasario che dovranno passare dall’esame del Consiglio comunale solo tra molti mesi e che potrebbero persino non essere recepite. La mossa di Nardella ci sembra strumentale, tanto più che è arrivata in extremis. Lui dovrebbe sfruttare a suo favore la mobilitazione per il referendum».
Così, i promotori chiedono che la giunta scopra le carte e, in attesa dell’approvazione definitiva del Poc, «emani delle norme transitorie di salvaguardia per impedire ad esempio nuovi casi come quello di via Mannelli, dove un edificio che aveva una funzione pubblica viene convertito in un ostello. Sarebbe l’unica prova delle loro reali buone intenzioni». Alla conferenza stampa erano presenti tutte le forze a sostegno del referendum: Firenze Progetto Comune, M5S, Firenze Città Aperta, Sinistra Italiana, Possibile, Rifondazione. Con un punto fermo: «I nostri legali ci dicono che Nardella non può fermare il referendum. E la sua maggioranza non può ignorare le 500 firme già raccolte per far partire l’iter».
Ma a Torelli premeva togliersi un sassolino dalla scarpa: «Ci sentiamo contestare che il referendum sarebbe una spesa inutile, perché costa un milione di euro, che in realtà sono 3 euro a cittadino. È bene ricordare che le politiche urbanistiche sbagliate costano ai lavoratori e agli studenti dalle 100 alle 200 euro in più al mese di affitto».
Il comitato promotore «I nostri legali ci dicono che il sindaco non può stoppare tutto L’atto firmato dalla giunta ci sembra strumentale, è arrivato in extremis»