«Pd al bivio del riformismo Se vuole lo sviluppo non guardi ai grillini»

«Fossi ha detto che non è egocentrico: io, però, le foto con i cartelli scritti non le faccio...». L’ironia è la parte più benevola della riflessione dell’ex deputato di Italia viva Gabriele Toccafondi. Che vorrebbe mettere il Pd davanti a un bivio: massimalisti o riformisti?

Cosa chiedete ai vostri (possibili) alleati?

«Semplice: volete cambiare il sistema aeroportuale toscano, l’Alta velocità, realizzare il sistema delle tramvie? Il sistema dei rifiuti: dove portiamo a bruciare quel che non possiamo riciclare? Perché, se vogliono queste cose, il M5S a quel tavolo non ci può stare».

Molte domande tutte insieme.

«E ce ne sono altre: la sicurezza è un tema reale o filosofico? L’unica cosa che sono riusciti a fare fino ad ora dalla nuova segreteria regionale del Pd è dire è no ai Cpr».

Ma non è che andreste più d’accordo col centrodestra?

«No, siamo diversi: non vogliamo mandare le ronde in giro e dare il porto d’armi libero. E poi le divisioni ci sono anche in quel campo. Nel centrodestra non c’è più il centro: la vita, per me, vale anche se una persona è su un barcone, la mia coerenza la voglio mantenere».

Ma il «campo largo» evocato dal nuovo Pd è lontano dai vostri radar.

«Io 2 anni fa sono andato da solo a Sesto: controcorrente ho deciso di chiamare la lista “Sesto che dice Sì”. L’indicazione è questa, lì abbiamo poi preso il 12% alle elezioni per il Parlamento: lo spazio politico c’è. Se il Pd non risolve queste contraddizioni, mi spiace per loro».

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Se non risolvono queste contraddizioni mi spiace per loro. Per partito preso non si vota più

A Iv potrebbe persino convenire correre a Firenze senza alleanze.

«Preferisco un percorso fatto insieme ad altri, spero sempre che altre liste si aggiungano alle idee riformiste, ma se non è possibile dobbiamo trovare la forza di andare a dire le cose che pensiamo. Le persone non votano più per partito preso».