Tre pale d’altare in Santo Spirito, e tanta invidia
Simone Giordani: «Una triplice commissione era un evento piuttosto tumultuoso»
Non avere una «Vita» nella monumentale opera di Giorgio Vasari, per alcuni storici è la ragione dell’oscuramento di Pier Francesco Foschi, un pittore che ebbe un notevole successo fino a suscitare invidie e gelosie e non solo dal Vasari. Ma forse altre considerazioni meriterebbero attenzione. Nonostante platealmente fosse considerato eterodosso, simpatizzante dei savonaroliani e dunque in contrasto con le posizioni egemoni del tempo, la basilica di Santo Spirito degli agostiniani dove è sepolto, lo preferì ad altri fino a commissionargli ben tre grandi pale d’altare: l’Immacolata Concezione ,la Resurrezione e la Trasfigurazione.
«Una triplice commissione — dice il professor Simone Giordani, storico dell’arte che si è occupato del Foschi dal 2007 — era un evento piuttosto tumultuoso per il tempo. Le tre pale avevano come soggetto i misteri dello spirito santo su cui si dibatteva al tempo alla luce del concetto di gratuità della salvezza (quanto conta la grazia e quanto le opere?) col ruolo della Vergine Maria punto di connessione tra l’uomo e Dio». La triplice commissione, fatto comunque inconsueto che in una stessa chiesa ci fossero tre opere dello stesso pittore, risultò sicuramente indigesta agli altri artisti in corsa che invece giudicavano severamente la pittura di Foschi ritenendola disadorna, in linea col purismo trasmesso dalla corrente savonaroliana, cosiddetta piagnona. Un imprinting che Pier Francesco Foschi ereditò in primis dal padre Jacopo di Domenico di Papi, detto Jacopo di Sandro, anch’egli pittore e allievo di Botticelli che — come scrive nel catalogo edito da Silvana Editoriale Antonio Pinelli — fu il maggior pittore fiorentino conquistato dalla causa piagnona. Un discreto condizionamento lo ebbe anche dal suo maestro, Andrea del Sarto, non certo estraneo alle posizioni eterodosse che in pittura significavano «devozione». Ma la cosiddetta pittura «devota» alla maniera del pittore Giovanni Antonio Sogliani da cui Pier Francesco Foschi emula la compostezza, è apprezzata anche dai frequentatori della sua bottega a Santo Spirito, persone di cultura ma anche del popolo vicine all’eterodossia propugnata dal frate.